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Teams sta vincendo la partita dello smart working

Non è un mistero che lo smart working abbia ricevuto un’accelerazione formidabile, in conseguenza della emergenza coronavirus, e Microsoft Teams sta mettendosi in luce come leader di segmento.

Non si tratta di una nostra riflessione, ma piuttosto di una lettura dei numeri forniti da Microsoft in un blog post.

Il 16 marzo, la società riferiva di 900 milioni di minuti di riunioni effettuate attraverso Microsoft Teams.
Ora, meno di un mese dopo, La crescita è a dir poco strabiliante, e Microsoft ha affermato di aver rivisto il record giornaliero a ben 2,7 miliardi di meeting in un giorno solo, precisamente il 31 di marzo (ed è lecito supporre che i numeri stiano ancora crescendo).
Durante queste riunioni, più utenti che mai hanno acceso anche le loro videocamere, abbracciando di fatto il metodo dei meeting video. Prima della crisi globale, il numero di conferenze voce e di quelle video erano abbastanza simili, ma ora le cose stanno cambiando molto rapidamente. Infatti, complessivamente il numero di utenti che stanno facendo uso di webcam è raddoppiato da prima dell’inizio di questa emergenza, e il numero complessivo di videochiamate in Teams è cresciuto di oltre il 1.000% nel mese di marzo. Avete letto bene, non si tratta di un refuso: +1000%.

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Il tasso di crescita di Microsoft Teams

Fra le nazioni con il più alto tasso di crescita nell’utilizzo di Teams, al primo posto troviamo proprio l’Italia, seguita dalla Spagna. Non è un caso, sono proprio le due nazioni europee più colpite da Covid-19 e con la maggior parte delle aziende chiuse o in smart working.
Il team di Microsoft ha anche esaminato dove le persone usano di più i video, con la Norvegia e i Paesi Bassi in testa al gruppo.
In quelle nazioni il 60% delle chiamate include video. Negli Stati Uniti, questo numero è del 38%. Microsoft ritiene che questo dato possa essere direttamente correlato alla maggiore disponibilità di banda larga.
La casa di Redmond ha anche scoperto che i suoi utenti stanno anche passando più tempo della giornata con Teams.
Nel mese di marzo, il tempo medio tra il momento in cui qualcuno ha utilizzato per la prima volta Teams e l’ultimo utilizzo del servizio è aumentato di più diun’ora. L’azienda sostiene che questo non significa che le persone stanno lavorando più ore, piuttosto che stanno spezzando la giornata lavorativa in un modo più funzionale per la loro produttività personale, o per adempiere ad obblighi estranei all’ambiente di lavoro; non va mai dimenticato che le restrizioni sociali impongono una serie di attività  in orari meno elastici di quanto non avvenisse in precedenza
Se Microsoft Teams se la passa bene, lo stesso non si può dire per Zoom. La società ha pagato uno scotto notevole all’improvviso boom di utenti, mostrando il fianco dal punto di vista delle vulnerabilità della piattaforma.
Infatti, il picco di utenti ha fatto emergere  un elenco crescente di  problemi di sicurezza: Numerosi troll hanno creato il fenomeno dello “Zoom Bombing”, si registrano leak di indirizzi e-mail degli utenti e persino foto, le chiamate non sono state crittografate end-to-end, e difetti trovati nel programma di installazione di zoom consentono a un utente malintenzionato di ottenere l’accesso root ai computer che eseguono una versione dannosa di esso.
Persino il Ceo Eric Yuan ha ammesso che l’azienda si è mossa troppo in fretta e ha fatto passi falsi. Questi difetti di sicurezza hanno spinto alcune organizzazioni, aziende, governi, agenzie governative e scuole a vietare lo zoom o limitarne l’uso. L’elenco è tanto lungo quanto, purtroppo per Zoom, di altissimo profilo.
Citeremo solo alcune delle realtà più famose: Google, SpaceX, Nasa, il Ministero della Difesa tedesco, il Senato americano. 
Certamente il tempo per rimediare c’è, e per il segmento smart working non è mai esistito periodo più proficuo, ma il lavoro da fare sarà lungo e non privo di difficoltà.

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