Tasse e burocrazia frenano la competitività delle imprese

E’ questa l’opinione delle aziende intervistate in un’indagine di Confcommercio

La pressione fiscale e previdenziale-contributiva rappresenta per il 75,5% delle imprese italiane un limite allo sviluppo e alla competitività, mentre la burocrazia incide negativamente sull’attività per il 61% delle Pmi. I dati arrivano da una ricerca Format–Confcommercio presentata a Genova nel corso del roadshow dell’Associazione dei commercianti. Secondo l’indagine il 57% delle piccole e medie imprese giudica la tassazione “molto elevata e non sostenibile”; il 61% ritiene che, negli ultimi cinque anni, è andata aumentando in modo significativo, mentre il 40% afferma che è rimasta sostanzialmente stabile.


I motivi dell’eccessiva pressione fiscale nel nostro Paese sono da addebitarsi secondo il 66% delle imprese alla cattiva gestione e allo spreco delle risorse pubbliche; mentre per il 40% il peso elevato delle tasse è riconducibile alla diffusione dell’evasione fiscale. L’onere ritenuto più ingiusto, tra quelli che pesano di più sulle imprese, è risultato l’Irap secondo il 35% delle Pmi. L’introduzione della telematica e delle politiche di semplificazione amministrativa degli ultimi cinque anni non sembrerebbero ancora avere sortito interamente gli effetti sperati.

Nonostante l’introduzione delle nuove tecnologie, infatti, il rapporto tra impresa e uffici del fisco e della previdenza è migliorato secondo il 40% delle imprese, è invece rimasto “sostanzialmente uguale” per il 50%. Per il 59% delle Pmi le cause più frequenti delle difficoltà di rapporto con l’amministrazione pubblica hanno a che fare con la complessità e con il cambiamento continuo delle norme e degli adempimenti.

Per il 41% i rapporti restano difficili per il fatto che nel tempo sono aumentate le scadenze e la complessità delle richieste da parte degli uffici della Pa. Norme ed adempimenti che per di più sono spesso interpretati ed applicati in modo differente da regione a regione, da provincia a provincia. L’impresa si ritrova spesso “sola” a confrontarsi con un’amministrazione pubblica diventata spesso potentissima e con la quale il rapporto è molto complesso.

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