Home Cloud Sviluppo di applicazioni cloud native, la strada per cambiare passo

Sviluppo di applicazioni cloud native, la strada per cambiare passo

Le aziende potrebbero trovarsi in difficoltà con la trasformazione digitale e il cloud perché in realtà non stanno cercando di modificare lo status quo. Vogliono essere più veloci e competitive, ma dispongono di sistemi mission-critical che devono mantenere determinati livelli di affidabilità e sicurezza. E i dipartimenti IT spesso hanno i mandati di sviluppare nuovi servizi applicativi più rapidamente e gestire e mantenere al tempo stesso tutti gli elementi legacy.

Quindi, che cosa è la trasformazione digitale per queste imprese? Secondo Ashesh Badani, vice president and general manager Cloud Platforms di Red Hat la vera trasformazione digitale richiede una revisione completa delle priorità IT.

«Oggi – ci dice – la maggior parte delle aziende tradizionali investe gran parte del budget IT in manutenzione, lasciando solo gli spiccioli per l’innovazione. E se potessero invertire questo approccio spendendo gran parte di tempo, energia e risorse su nuovi servizi che differenziano il business e il resto per mantenere il sistema in attività?»

La soluzione è cloud native

Come si può fare? Un modo per Badani è quello di adottare i principi dello sviluppo applicativo cloud native. «Comprendendo e applicando le lezioni dello sviluppo applicativo cloud native – dice Badani – un’azienda può prioritizzare innovazione e velocità.Mi piace pensare che si tratti di un luogo dove i professionisti dell’IT amerebbero lavorare, in cui sono invitati a provare cose nuove invece di reagire a cambiamenti che non possono controllare, un posto che ha adottato il metodo DevOps per infrangere il digital divide tra team a vantaggio di tutti. Gli sviluppatori hanno le risorse che servono al momento giusto. I team operation automatizzano i processi per ottenere maggiori sicurezza e affidabilità in modo scalabile. Un posto con una cultura aperta in cui le persone sono convinte che l’innovazione non nasca solo all’interno delle quattro mura aziendali, ma che le migliori idee possano giungere da tutto il mondo».

Ashesh Badani, vice president and general manager Cloud Platforms di Red Hat

Lo sviluppo applicativo cloud native ha sicuramente un componente tecnologico, ma parte dal cambiamento culturale e di processo.

A mano a mano che i team si focalizzano su ciò che conta per realizzare migliori servizi applicativi, possono collaborare in modo più produttivo ed efficace. «Invece di un team dedicato a un’unica applicazione monolitica, si può scomporre in più parti e lavorarci in parallelo – spiega Badani – . Ecco che cosa sono i microservizi. E cosa sono le API. I diversi gruppi possono costantemente ottimizzare delle parti di un’applicazione più rapidamente. Pensate a come le piattaforme social media implementano modifiche alle applicazioni diverse volte al giorno per soddisfare le esigenze dei loro clienti. È possibile sfruttare la stessa potenza a livello aziendale».

Una volta costruite, spiega ancora Badani, bisogna assicurarsi che le applicazioni siano portabili per sfruttare al massimo la miglior infrastruttura per l’applicazione e l’azienda. Si potrebbe voler implementarle anchenel data center, in un cloud privato o pubblico, o anche in tutti e tre. Ed ecco che entrano in gioco i container e il cloud ibrido. Lo sviluppo applicativo cloud native può offrire questa flessibilità non solo ai nuovi servizi, ma anche a quelli esistenti.

«In Red Hat – spiega Badani – affrontiamo molto spesso questo tema con le aziende. Non c’è la soluzione one size fits all, ma siamo convinti che le imprese possano abbracciare questo cambiamento. Un’organizzazione può rivedere la regola a favore dell’innovazione senza sacrificare la sua capacità di gestire le applicazioni esistenti. Adottando la cultura, i processi e la tecnologia dello sviluppo applicativo cloud native, la tua azienda potrà costruire nuovi servizi e applicazioni più velocemente che mai».

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