Supercomputer: Ibm si aggiudica la sfida dei Titani

Nella top 500 dei supercomputer più potenti al mondo, Ibm torna prima, così come gli Sati Uniti. Oltre a Sequoia, il più potente, un posto di merito anche per il supercomputer Fermi del Cineca.

I numeri sono da capogiro, del resto si parla di supercomputer.
Sembra una sfida tra titani quella che è stata consacrata in queste ore ad Amburgo, in occasione delle International Supercomputing Conference 2012, con la presentazione delle classifica definitiva dei 500 supercomputer più potenti del mondo.
Sfida vinta quest’anno da Ibm, che ha detronizzato Fujitsu, tornando ad assegnare agli Stati Uniti il palmares su tutte le altre nazionali al mondo e recuperando la posizione ceduta alla Cina due anni fa.

Il supercomputer più potente al mondo si chiama Sequoia ed è stato realizzato da Ibm per la National Nuclear Security Administration. Si tratta di un sistema Blue Gene/Q a 96 rack dedicato al programma Advanced Simulation and Computing (ASC) per la gestione della riserva di armi nucleari statunitense, che raggiunge i 16,32 petaflop al secondo, vale a dire un quadrilione di operazioni a virgola mobile al secondo.
Per avere un’idea di cosa significhino questi numeri, Sequoia è in grado di effettuare in un’ora calcoli che altrimenti richiederebbero il lavoro di 6,7 miliardi di persone che utilizzino calcolatrici manuali per 320 anni senza interruzione.

Sequoia è uno dei sei supercomputer Ibm installati presso l’Agenzia statunitense e viene utilizzato nei programmi di prolungamento della vita utile delle riserve, in un’ottica di valutazione e prevenzione, riducendo la necessità di condurre nuovi test nucleari.

Sequoia non è l’unico “gigante” Ibm in classifica.
La quarta posizione assoluta in classifica è stata conquistata dal sistema SuperMUC, installato Leibniz Supercomputing Center di Monaco di Baviera, progettato per affiancare le attività di ricercatori e istituti industriali in tutta Europa.
Si tratta di un sistema commerciale realizzato con server Ibm System x iDataPlex Direct Water Cooled dx360 M4, dotati di oltre 150.000 core, raffreddato ad acqua calda, secondo una tecnica che consente un risparmio del 40% rispetto a una macchina equiparabile raffreddata ad aria.

SuperMUC si classifica per altro al primo posto tra i supercomputer più potenti d’Europa.

E c’è qualcosa anche di italiano in questa classifica: il settimo posto nella classifica generale c’è infatti il sistema di calcolo Fermi, sempre progettato da Ibm, installato al Cineca nelle scorse settimane, per la ricerca scientifica e industriale italiana ed europea. In questo caso parliamo di un sistema Blue Gene/Q composto da 10.240 sockets PowerA2, 1.6GHz di frequenza, ciascuno con 16 core, per un totale di 163.840 computing core e una peak performance di sistema di 2,1 Petaflop.
In questo caso il raffreddamento è a carico di una infrastruttura realizzata con una combinazione di raffreddamento a liquido e raffreddamento ad aria.

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