Sun Microsystems scommette sulla qualità per tornare a crescere

Il Chief strategy officer della società, Mark Tolliver, a fronte di un deludente andamento finanziario, si dichiara convinto che il mercato premierà l’elevato livello tecnologico delle proprie soluzioni, frutto dei significativi investimenti fatti nella ricerca e sviluppo.

 


 


Ci sono poche società nel campo dell’It che possono vantare di avere rivoluzionato il modo di comunicare a livello globale. Tra queste vi è certamente Sun Microsystems, guidata da Scott McNealy che, nell’ambito di una visione indirizzata a un mondo completamente interconnesso, ha saputo nel tempo evidenziarsi per innovazione e ricerca. Negli ultimi tempi la società è stata caratterizzata da un andamento finanziario deludente e anche il primo trimestre fiscale 2004 (chiusosi il 28 settembre scorso) ha mostrato perdite nette per 286 milioni di dollari.


In un periodo in cui si fanno più sentite, soprattutto da parte della comunità di analisti, le richieste di chiarimenti in termini strategici, Mark Tolliver, Chief strategy officer, executive vice president, Marketing & Strategy di Sun Microsystems intervistato da Linea Edp, risponde su alcune delle questioni attualmente più sentite rispetto all’operato della società americana, chiarendo il significato e la portata di alcune scelte strategiche e di direzione per il prossimo futuro.

Scott McNealy ha recentemente affermato che la strategia di Sun non è cambiata, ma che non sa come e quando la società tornerà a profitto. Non crede che sia un messaggio di eccessiva incertezza?


"L’affermazione di Scott deve essere interpretata in modo corretto. Questo non significa che lui non sia preoccupato o che non sappia come affrontare la situazione. Nel mercato attuale, almeno negli Stati Uniti, crediamo che la cosa più corretta da fare sia di adottare una linea conservativa. Vogliamo fornire alla comunità degli analisti il supporto per le loro previsioni, ma non vogliamo essere noi a fare predizioni sul business".

Non crede che vi siano stati errori strategici nell’affrontare la contrazione che ha caratterizzato il settore delle telecomunicazioni e finanziario?


"Sun ha beneficiato molto del boom delle .com di tre anni fa. Ha beneficiato della disponibilità di fondi in venture capital per la creazione di nuove società e dell’espansione di operazioni da parte delle compagnie telefoniche, maggiormente rispetto a Ibm e Hp. Quando c’è stato un rallentamento, anche noi abbiamo subìto un rallentamento. Il punto focale per Sun, oggi, è che siamo fondamentalmente convinti che il nostro business e i nostri prodotti siano i migliori prossibili per il network computing e manteniamo un investimento molto elevato nel settore della ricerca e sviluppo. La nostra è una scommessa molto seria nei confronti del mercato. Se non funzionerà significherà che dovremo ridimensionare l’azienda. Ma noi abbiamo preso le migliori decisioni a lungo termine".

Qual è l’importanza strategica che il mercato cinese e, più in generale, quello asiatico riveste per Sun, visto anche il recente accordo che avete raggiunto per un progetto pilota che prevede inizialmente oltre mezzo milione di postazioni, indirizzato a promuovere Java Desktop System come ambiente desktop standard in Cina?


"Il mercato cinese è stato finora fonte di business e ci aspettiamo che continui a esserlo. Il nostro recente annuncio a cui allude, è importante e sappiamo che ci sono altri Paesi dietro la Cina. Nell’ambito governativo e nel settore "educational" il nostro business non dipende da quello dei pc e, per questo motivo, non dipendiamo da Microsoft. In questo abbiamo una posizione di vantaggio rispetto ai nostri concorrenti che sono nel mercato del pc e che devono comunque relazionarsi con Microsoft".

Da tempo siete impegnati nell’identity management, mentre solo da poco vi muovete in quello dei Web service. Come si va delineando la vostra strategia in questi due ambiti che appaiono strettamente correlati ?


"Il tema dei Web service riguarda essenzialmente lo scambio di messaggi in formato Xml. Con l’attuale versione 1.4 di J2Ee è stato incluso tutto il supporto per i Web service. Va compreso che Java non è completamente guidata da Sun ma è una "community". Il J2Ee 1.4 Sdk include, inoltre, la prima versione di un application server "fully-deployable" certificato per J2Ee 1.4. In questo modo la piattaforma J2Ee diventa quella di riferimento per la portabilità del codice e dei dati e per costruire la prossima generazione di Web service. Java e le specifiche dell’identity management possono vivere l’una accanto alle altre e Sun ha una posizione importante in questa arena. Java Enterprise System include il set completo di specifiche per l’identity management, oltre alla piattaforma Java".

L’acquisto di SuSe da parte di Novell vi influenza in qualche modo? Avete mai pensato di comprare Red Hat?


"Sì l’abbiamo anche considerato. Red Hat e SuSe hanno un ruolo importante nell’ambito dell’open source e noi li utilizziamo e rivendiamo. Il nostro investimento primario nell’ambito dei sistemi operativi resta però focalizzato su Solaris. Vediamo Novell come competitor per la sua presenza nell’ambito delle directory ma poi, in considerazione del fatto che è il nuovo proprietario di SuSe, è anche un nostro fornitore. Come capita spesso, attualmente, siamo partner e competitor allo stesso tempo".

Non ritenete che il messaggio sul prezzo particolarmente conveniente dei vostri server a volume trascuri il fatto che spesso il costo è più concentrato sulla manutenzione mentre potreste, invece, far leva sul servizio dei Sun Ps o sul vostro know how?


"Riteniamo che la parte low end del mercato sia analoga a quello dei pc e che, quindi, il prezzo abbia un peso rilevante. Sun può aggiungere molti elementi addizionali quali quelli che lei descriveva. Ma non possiamo far pagare di più un server Intel perché abbiamo i Sun Ps".

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