Sun in Italia cresce molto più della casa madre

Con Mauro Banchero, abbiamo cercato di fare il punto sulle ultime mossa della società, analizzate in un contesto di forte competizione. Nell’anno 2000, la filiale nazionale ha avuto un incremento del 65%.

Le strategie di Sun si identificano perfettamente nel carattere del suo Ceo Scott McNealy, un manager sempre sicuro di sé, con atteggiamenti spesso aggressivi verso la concorrenza, in particolare Microsoft. La società, in effetti, dai forti connotati tecnolologici e dall’elevata crescita conseguita negli ultimi anni, le ha sempre consentito questo atteggiamento. Nel corso dell’esercizio del 2001, che si chiude a fine giugno, però, anche Sun ha dovuto rivedere un po’ le sue cifre e in particolare nel terzo trimestre, appena concluso, ha dovuto accontentarsi di un fatturato di 4,1 miliardi di dollari e quindi di una crescita del 2%, (che a onor del vero si confronta con un eccezionale terzo trimestre del 2000), a causa soprattutto del calo degli investimenti in Usa. Abbiamo voluto, quindi, conoscere l’andamento di Sun in Italia, intervistando il responsabile, Mauro Banchero, che però non ha potuto sbilanciarsi molto sulle cifre dell’anno in corso.

Come è stato il 2000, inteso come anno solare e non fiscale, per Sun in Italia, inquadrato in un contesto mondiale in generale calo?


Il 2000 per Sun Italia è stato un anno di crescita sia da un punto di vista economico, che strategico, nonostante il rallentamento dell’economia mondiale. Una crescita in Italia è stata quasi esponenziale se consideriamo che il fatturato di Sun nel 2000 è aumentato del 65% rispetto all’anno precedente (per policy aziendale la società non rilascia il valore in cifre, ndr), che dimostra come l’Italia rappresenti un mercato molto importante per Sun Microsystems. Questi numeri hanno determinato una forte crescita anche in termini di quote di mercato. Per quanto riguarda la corporation è stato un anno positivo sotto molteplici aspetti, sia da un punto di vista economico che strategico, nonostante l’andamento critico del mercato nell’ultimo semestre. Per evidenziare il risultato positivo del 2000, nell’ultimo trimestre dell’anno il fatturato ha toccato il dato record dei 5,115 miliardi di dollari registrando un incremento del 44% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nell’anno fiscale 2000, che si chiude il 30 giugno, Sun ha registrato un fatturato pari a 15,721 miliardi di dollari con una crescita del 33% rispetto all’anno fiscale 1999. L’utile netto è stato di 1,725 miliardi di dollari, in crescita del 49% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, fatte salve le plusvalenze derivanti da investimenti finanziari e i costi delle acquisizioni.


La crescita che abbiamo registrato è stata anche determinata da una serie di accordi e acquisizioni conclusi con diverse aziende in settori chiave. Grazie all’acquisizione di Lsc, leader nella fornitura di file system ad alte prestazioni e di software per lo storage dei dati, e di HighGround Systems, leader nelle soluzioni storage per la gestione delle risorse per ambienti di sistemi aperti distribuiti, amplieremo l’offerta attuale, a conferma della nostra strategia volta a fornire sistemi di storage aperti, facilmente gestibili e scalabili. Di recente abbiamo acquisito anche Infrasearch, un’azienda leader nell’innovazione tecnologica nel peer-to-peer, con la volontà di rafforzare e accelerare il progetto Juxtapose (Jxta, ndr) condotto da Bill Joy, che si focalizza intorno ai nuovi stili di computing distribuito, e Cobalt Networks nell’ambito dei server appliance, con un sostanziale ampliamento della nostra offerta al fine di garantire soluzioni complete e per tutte le esigenze.

Microsoft è sempre stata accusata di voler spingere le nuove tecnologie, come .Net solo sulle proprie piattaforme, ma anche la risposta One di Sun si rivolge soprattutto alle proprie architetture e proprio aperta non è, secondo i tecnici. Come stanno le cose dal vostro punto di vista?


Nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni, Sun ha sempre avuto come obiettivo principale quello di fornire un’architettura basata su standard aperti in modo da consentire l’integrazione con tecnologie e sistemi di terze parti. Questo è un presupposto fondamentale anche per Sun One, che prevede lo spostamento delle applicazioni sulla Rete e per far questo è necessario che ci sia un’alta integrazione con tecnologie e sistemi proprietari, per permettere l’implementazione di applicazioni e servizi aperti su qualsiasi dispositivo connesso con la Rete. Con Sun One intendiamo garantire agli sviluppatori un’opportunità immediata per creare Web services scalabili, affidabili e aperti, attraverso l’ambiente di sviluppo, l’applicazione e la tecnologia di base e la piattaforma di infrastruttura, ovvero intendiamo offrire la soluzione più completa attualmente disponibile sul mercato per la creazione, integrazione e implementazione di web services. A tal fine, alla base di Sun One c’è la piattaforma Java, sinonimo di open standard, che garantisce l’obiettivo di interoperabilità, fondamentale per una concreta e reale diffusione dei web services. L’obiettivo di Sun One è quello di incrementare la produttività, riducendo i costi aziendali, con un time-to-market più rapido, maggiori opportunità sul mercato per gli sviluppatori e un miglioramento dell’esperienza Web per gli utenti finali. La caratteristica fondamentale di Sun One è la semplicità: per gli sviluppatori, per le aziende e per gli utenti finali. Le intefacce aperte, J2ee, Xml e Ldap (Lightweight access directory protocol, ndr) sfruttano gli investimenti esistenti e grazie al supporto di standard aperti gli utenti hanno la garanzia dell’integrazione con tecnologie e sistemi di terze parti minimizzando i costi di switching, diminuendo il time-to-market e migliorando la flessibilità.

Avevate promesso di rendere disponibili i codici sorgente di Java, per farne uno standard aperto, ma, se non erro, fino a oggi non si è visto molto in questa direzione. Quali le vostre intenzioni future?


Java è una piattaforma aperta che sostiene un linguaggio di programmazione multipiattaforma. La condivisione di tutti i codici creati dalla comunità di sviluppatori Java si realizza nella Netbeans Community che, a seguito dell’acquisizione di Netbeans, è confluita in Sun. Attraverso questa Community, accessibile tramite il sito www.netbeans.org, sono disponibili tutti i codici realizzati su Java dagli sviluppatori sparsi nel mondo. Lo scopo della Netbeans Community è, infatti, la condivisione incondizionata e gratuita di tutti i codici scritti dalla comunità mondiale di sviluppatori Java, nell’ottica di una moltiplicazione libera delle idee.


Inoltre, Sun ha fondato anche la Sdc (Sun developers connection, ndr), la comunità di sviluppatori Java, che offre l’accesso gratuito a un centro risorse che mette a disposizione tutti gli strumenti e le piattaforme di sviluppo indispensabili per la loro attività. L’iscrizione alla Sdc dà, inoltre, diritto a ricevere aggiornamenti regolari sulle tecnologie o sulle iniziative Sun inerenti alla piattaforma Java.

Cosa ne pensate dell’ultimo accordo Microsoft-Hp per contrastare Java?


Nel 1995, l’introduzione della tecnologia Java è stata una tappa fondamentale nello sviluppo dell’era Internet. Un ambiente di programmazione indipendente dalla piattaforma, ha permesso a Java di diventare, in breve tempo, una tecnologia largamente utilizzata, diventando molto più che un linguaggio. Java per Sun, non è stata una creazione casuale, ma è parte integrante di una filosofia, basata sugli open standard e l’interoperabilità, che vede la Rete e il network computing prevalere sull’informatica tradizionale, in ampio anticipo sui nostri concorrenti. Oggi, infatti, i nostri competitor stanno adeguando la loro offerta ai principi presentati da Sun quasi 20 anni fa, ma partendo da un approccio “proprietario”, spesso non riescono a rispettare completamente gli obiettivi di open standard e interoperabilità che si sono preposti.

Come sta procedendo la strategia di supporto per chi sviluppa servizi sulle vostre piattaforme. In Italia è stato fatto qualche cosa?


Oggi più che mai, è impossibile proporre sul mercato un prodotto senza un adeguato servizio. Per questo anche in Italia Sun dedica molta attenzione e risorse, ai servizi di supporto, formazione e consulenza sia harware che software. Una nostra struttura interna dedicata si occupa, infatti, di offrire servizi di integrazione di sistemi e consulenza per la definizione e la realizzazione delle architetture It e fornire assistenza e manutenzione hardware e software. Ne è una dimostrazione Sun Educational Services, la nostra struttura che è diventata tra le prime dieci organizzazioni di formazione It al mondo, la prima nel mondo Unix, e che fornisce soluzioni di formazione tecnologica e programmi di certificazione.

Vista l’ultima proposta di Sun Blade 100, una workstation a 64-bit al di sotto dei 1.000 dollari, quanto per voi conta la strategia del prezzo?


Per noi la strategia del prezzo è importante, deve garantire un ottimo rapporto prezzo-qualità, ma non deve incidere sulle performance e sull’affidabilità del prodotto. Ne sono un esempio i nuovi server Sun Fire, basati su tecnologia Ultrasparc III, che offrono funzionalità e prestazioni mainframe di estrema affidabilità a un costo di server mid-range.


Con Sun Blade 100, istiamo affrontando il mercato pc in modo diretto: non solo proponiamo agli utenti Unix una nuova workstation di ottimo livello, ma forniamo agli utenti pc un valida alternativa per passare all’ambiente operativo Solaris a 64 bit e sfruttarne quindi la potenza che lo contraddistingue.

 


C’è in atto una diatriba tra i diversi istituti di ricerca sulla leadership mondiale nei server per il 2000, in quanto ora viene attribuita a Sun ora a Ibm. Come stanno le cose?


Secondo il rapporto Idc per il 2000, Sun Microsystems è al primo posto nel mercato dei server Unix con una quota di mercato del 44% in unità vendute e del 35% in fatturato, pari a oltre 4 miliardi di dollari e al secondo posto nel mercato globale dei server, dopo Ibm. È stata, inoltre, riconosciuta l’azienda con la crescita più rapida nel mercato globale dei server in termini di fatturato, passando dal quarto posto dello scorso anno al secondo a livello mondiale.


Dal rapporto Idc emerge che nel mercato globale dei server, che include sistemi basati su Unix, Microsoft Windows Nt, Mvs mainframe e tutti gli altri sistemi operativi, Sun ha registrato un incremento su base annua pari al 70% in termini di unità vendute e al 42% in termini di fatturato, superando in entrambe le categorie i risultati di Hp, Ibm, Compaq e Dell.

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