Sun Microsystem è pronta a violare le regole riferite al suo diffuso linguaggio di programmazione, Java, per centrare un ambizioso obiettivo: garantire un livello di performance tipico degli ambienti operativi real time utilizzati nei cosiddetti …
Sun Microsystem è pronta a violare le regole riferite al suo diffuso
linguaggio di programmazione, Java, per centrare un ambizioso
obiettivo: garantire un livello di performance tipico degli ambienti
operativi real time utilizzati nei cosiddetti sistemi "embedded". La
notizia ha destato molto scalpore nel circolo degli utenti Java più
tradizionalisti, perché dovrebbe comportare la definizione di un
nuovo set di specifiche di implementazione. Secondo l’azienda che ha
sede a Palo Alto, in California, la nuova implementazione di
riferimento per il futuro Java real-time dovrebbe essere pronta già
alla fine di aprile. L’implementazione dovrebbe rinunciare al
"garbage collector", uno dei capisaldi del vecchio Java, introducendo
nuove funzionalità mirate appunto a un livello di affidabilità
real-time. Secondo gli esperti Sun darà vita a una struttura di
riferimento modulare, consentendo così agli sviluppatori di
aggiungere di propria iniziativa un garbage collector, solo nei casi
in cui ciò fosse consentito dai criteri funzionali dei sistemi
target. La "raccolta della spazzatura" determina un picco nella curva
di performance, picco considerato inaccettabile nel contesto di
sistemi real-time ad alta criticità come quelli in funzione sul
cruscotto comandi di un jet. In una conferenza tenuta nel corso della
Embedded Systems Conference a San Francisco, il fondatore di Java
James Gosling ha ammesso che Sun non è mai stata in grado di
sviluppare o reperire un garbage collector funzionale e al tempo
stesso immune da questo difetto. Gosling definisce questa
funzionalità come un autentico "terzo incomodo" nel mondo delle
applicazioni real-time.