Sullo sprint finale si sgrana il gruppo Java

“Ibm presenta una propria Jvm (Java Virtual Machine) per Windows. Anche Hp,Intel e Novell stanno per rilasciare le loro soluzioni proprietarie. Sun,in procinto di annunciare il compilatore Java HotSpot, si trova “”contro”” isuoi alleati.”

In affari, si sa, tutto è permesso. Alcuni tra i protagonisti del successo
di Java, Ibm, Hp, Intel e Novell, in particolare, hanno sviluppato e stanno
per immettere sul mercato le proprie Jvm (Java Virtual Machine), in
concorrenza, quindi con Sun. Questa, peraltro, ha concesso a tali partner
le dovute licenze e ha mantenuto con essi ottimi rapporti, contrariamente a
quanto è accaduto con Microsoft, che non ha potuto rilasciare la propria
Jvm in seguito a una causa legale vinta da Sun. Per cui, fin, qui, tutto
regolare. Ma il problema nasce dal momento che Ibm ha messo a disposizione
sul sito gratuitamente la propria Win32 Jvm, o, quantomeno, la parte di
essa che rappresenta il compilatore per Windows Nt e 95/98. La mossa
rispecchierebbe il modello di business di Big Blue, il cui scopo sarebbe di
recuperare il business con i servizi, piuttosto che con la vendita del
prodotto. Mentre Sun intende vendere HotSpot, che dovrebbe rilasciare entro
fine mese.
Tra l’altro, secondo quanto dichiarato dai responsabili della casa di
Armonk, si tratterebbe della Jvm più veloce del mercato, "fino a 30
volte più veloce di quelle attualmente disponibili"
, in base a
benchmark misurati con SpecJvm98 e VolanoMark. Prestazioni rese possibili,
sempre a detta dei tecnici Ibm, dall’integrazione dei codici Java di Sun e
Windows di Microsoft con un "interprete misto" incluso nella terza
generazione di compilatori "just in time" (Jit), utilizzati per Win32 Jvm.
Questa dichiarazione, comunque, non sembra aver turbato Sun, i cui
responsabili hanno sottolineato come il paragone sia stato effettuato con i
prodotti attualmente disponibili, mentre HotSpot è una tecnologia nuova.
Evidentemente la casa di Palo Alto si mostra ottimista, anche perché,
operando in concorrenza, si è sì costretti a cedere quote di mercato, ma
si
può contribuire a creare un mercato più vasto. La competizione è
quindi del
tutto "amichevole"? Lo farebbe pensare il fatto che comunque la Jvm di Ibm
è stata certificata dalla stessa Sun, la quale, del resto, non aveva
mostrato interesse al mercato delle Jvm finora o, meglio, fino a HotSpot.
Ma Ibm non è sola sulla strada. Anche Hp, infatti, sta lavorando a un
compilatore Jit di nuova generazione, sulle cui prestazioni dovrebbe
rilasciare informazioni a giorni, ma, intanto, il prossimo autunno dovrebbe
introdurre sul mercato una Jvm gratuita per il proprio Unix. In questo
caso, però, non sarebbe garantita una compatibilità al 100% con Java, in
favore delle performance.
Le prestazioni, insomma, sarebbe la chiave di volta dei compilatori Java,
del resto è sempre stato riconosciuto al linguaggio sviluppato da Sun il
difetto della lentezza. E in nome delle prestazioni stanno lavorando anche
Novell e Intel. Le due società statunitensi dovrebbe rilasciare un
compilatore sempre Jit entro fine mese. Chiamato NetFire, questo dovrebbe
essere stato ottimizzato per le piattaforme NetWare su architettura Intel.
Novell, che ha puntato gran parte del suo rilancio su Java, intende
differenziare le proprie implementazioni, lasciando agli utenti la scelta
tra una piattaforma specifica e una di porting Java. Di fatto, è lo stesso
approccio di Hp: sacrificare un po’ la portabilità per massimizzare le
prestazioni con un prodotto ottimizzato per il proprio sistema operativo.
Novell e Intel, però, stanno facendo pressioni su Sun perché sia meno
ristrettiva nelle sue richieste e certifichi NetFire, il quale usa parte
della tecnologia impiegata su HotSpot. Più rassegnata su questo fronte,
invece, appare Hp, che sta anche lavorando a Chai, una versione embedded di
Jvm che dovrebbe garantire una compatibilità ampia quanto basta da non
"compromettere" il codice Java nei sistemi embedded cui è destinata. Ma il
mercato embedded sembra stare molto più a cuore a Sun.

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