Sull’andamento dei consumi italiani regna la cautela

I primi dati 2010 dell’Osservatorio Findomestic sull’acquisto di beni durevoli: -1% in Lombardia, -2,2% in Italia

Se il 2010 può significare l’uscita dalla zona più buia del tunnel della crisi, i consumi degli italiani sembrano però stagnare, quasi non ci fidassimo del tutto della ripresa dichiarata. Pesano il basso potere d’acquisto e il contesto di forte incertezza legata al mercato del lavoro, osserva Findomestic.
Proprio l’ultimo osservatorio, il diciassettesimo, della società di credito al consumo riguardo agli acquisti di beni durevoli – presentato ieri in anteprima con i dati stimati relativi alla Lombardia – conferma la tendenza: a fronte di un “reddito disponibile pro capite” (un indice della ricchezza che oltre al reddito considera ulteriori parametri) di 20.826 euro, in crescita dello 0,6% sul 2009, la spesa per i beni durevoli nella regione è in contrazione dell’1% (12.340 milioni), un declino dimezzato rispetto al più negativo dato nazionale che segna -2,2%.

Tale risultato generale è determinato da andamenti differenti nei settori di spesa che compongono il comparto. Quello delle auto e moto, per esempio, rileva il dato peggiore in Lombardia, con un decremento del 6,6% per le quattro ruote (4.258 milioni di spesa) e addirittura di quasi del 13% per le due ruote (374 milioni). “Si tratta dell’unico settore in flessione, determinata dalla fine degli incentivi erogati nel 2009 – precisa Stefano Martini, responsabile dell’Osservatorio -. Il calo è circa del 15% per il numero di auto vendute, mentre è leggermente inferiore in valore, segno che hanno ripreso quota le cilindrate più alte”.
Comprando meno automobili i lombardi hanno dirottato gli acquisti su altri beni: per i mobili, in particolare, il 2010 si chiude con una crescita del 2,7% per un totale di 3.019 milioni di euro. Il dato nazionale dovrebbe essere simile, con un aumento stimato del 3%. Anche per elettrodomestici bianchi e piccoli il segno è positivo (+1,2%), con una media nazionale che potrebbe raggiungere il +4,7%. Per gli elettrodomestici bruni, poi, l’incremento lombardo è decisamente superiore alla media italiana (15% contro 8,8%), determinando un valore di 924 milioni di euro Anche qui ha inciso uno specifico fattore temporale dato dallo switch off verso il digitale terrestre, che ha fatto schizzare le vendite di Tv. In crescita infine anche i prodotti informatici (+4% contro una media nazionale del 3,1%) per un valore di 297 milioni (i dati Findomestic non tengono conto della telefonia).

La tendenza generale a una certa prudenza nelle spese, che si riscontra in Lombardia come nel resto d’Italia, va di pari passo con l’esigenza crescente dei consumatori di essere ben informati prima di acquistare (e sempre di più lo fanno sul Web) e con l’emergere di forme e iniziative di consumo praticamente sconosciute solo qualche anno fa: la banca del tempo (una sorta di baratto di servizi), i gruppi di acquisto solidali e il car pooling sono visti con interesse sempre maggiore dai consumatori. Negli acquisti si fa strada anche un approccio etico ma, osserva Martini, sempre con un occhio di riguardo al portafoglio. “Per quest’anno – conclude Martini – ci aspettiamo consumi sostanzialmente stabili o al massimo in lieve aumento. Se non recuperiamo posti di lavoro non recupereremo nemmeno negli acquisti”.

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