Sui Web services le aziende si dividono

I responsabili dei sistemi informativi, interpellati da Merrill Lynch, guardano in misura paritaria alle piattaforme Java e .Net per lo sviluppo di applicazioni Web-based.

L’opinione dei Chief information officer delle imprese si dividono nettamente tra le proposte di Microsoft e della comunità Java a proposito delle tecnologie più adeguate per lo sviluppo e il diffondersi dei cosiddetti Web services. I futuri servizi basati su Internet permettono ai sistemi informativi e alle applicazioni un continuo scambio automatico di informazioni e transazioni. Sia Microsoft che Sun Microsystems, inventore del linguaggio Java, hanno sviluppato diverse tecnologie e strumenti che puntano direttamente alla conquista di tale mercato, oggetto di un recente studio della Merrill Lynch. Due terzi dei 100 Cio americani ed europei interrogati dalla banca d’affari hanno dichiarato di aver già iniziato a investire nei Web services, divisi equamente tra fautori dell’iniziativa Microsoft .Net e utenti di Java 2 Enterprise Edition.

Gli analisti Merrill sottolineano che gli sviluppatori indipendenti tendono piuttosto a favorire la flessibilità multipiattaforma di J2ee. Le grandi imprese, viceversa, potrebbero preferire .Net perché diversamente da J2ee (le cui applicazioni possono essere scritte solo in linguaggio Java) la piattaforma Microsoft accetta programmi scritti in diversi linguaggi. Lo studio ha individuato un 67% di intervistati dotati di software di “application server”, la tecnologia utilizzata da una rete aziendale per far girare le applicazioni di e-commerce e altri tipi di transazioni Web. Anche in questo caso, i responsabili informatici sono equamente suddivisi tra utenti di soluzioni di application serving di Ibm, Bea Systems, Microsoft, Oracle e Sun.

Altre tendenze messe in evidenza in questa interessante analisi riguardano il difficile momento dell’industria dei servizi in outsourcing. In una fase di contenimento dei bilanci di spesa emerge il dato di un 60% dei rispondenti che ammette di aver incrementato la quota di progetti gestiti all’interno dell’azienda, anche se la stima complessiva di incremento degli investimenti in outsourcing per il prossimo anno è ancora del 6%. Dall’indagine emerge una certa insoddisfazione nei confronti delle applicazioni di Crm, che hanno deluso parte delle aspettative dei Cio. Infine, sui costi dell’informatica pesa soprattutto la spesa in risorse umane (in media il 42% dei budget) e se il personale It risulta diminuito del 6% in media, i suoi costi sono in aumento, del 3,5% quest’anno.

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