Esperienze.net opera nella formazione professionale ricorrendo all’utilizzo intensivo e specialistico di nuovi media. La società si pone come consulente presso le aziende e consiglia loro il percorso didattico più adatto in base alle
L’altra faccia della medaglia, quando si parla di uso del personal computer nella didattica, è la barriera rappresentata dall’utilizzo della tecnologica che per molti può costituire un forte elemento di inibizione.
“Una cosa che non viene detta è che il personal può anche essere elemento di distrazione rispetto al processo di apprendimento – ha spiegato Vittorio Testa, associate director di Esperienze.net -. Obiettivo ultimo della formazione è insegnare, ma i contenuti vengono recepiti solo se l’interesse rimane alto. Invece spesso si abusa del mezzo, e il computer viene sfruttato ancora come macchina stupefacente, esattamente come è avvenuto per il cinema, la tv o il videoregistratore“.
L’avvertimento? Non bisogna abusare della multimedialità perché il rischio è di creare assuefazione, che spesso si traduce in un calo dell’interesse. Il personal computer, invece, deve essere recepito come una finestra aperta su un ambiente formativo: in questo modo diventa personal media, vale a dire uno strumento per un tipo di comunicazione specializzata, operante attraverso metodologie didattiche tradizionali mixate a strumenti di comunicazione multimediale e interattiva. Devono essere i contenuti a generare interesse, non il mezzo.
“Un’altra cosa da tenere presente è che il processo d’apprendimento è sempre differenziale – ha proseguito Testa -. Tra punto di ingresso e punto d’uscita ci deve essere una differenza misurabile. Il mio consiglio alle aziende? Di far rientrare nella formazione la trasmissione dei valori aziendali, perché in questo modo l’addestramento risulterà decisamente più facile“.
I contenuti formativi, infatti, devono rientrare in un quadro di senso più ampio e contestualizzato.
Le nuove tecnologie, dal canto loro, permettono di parametrizzare i livelli d’apprendimento e questo consente di costruire soluzioni formative molto più sofisticate come, per esempio, la Fad (Formazione a distanza), una delle metodologie che per l’impresa si sta rivelando più strategica.
La formazione è un valore duraturo e per l’impresa i prodotti della Fad possono rappresentano un valore aggiunto, fruibile in ogni momento. L’investimento è virtualmente indipendente dal numero degli utenti che deve essere formato e dal numero di volte che il corso viene erogato. Inoltre i dipendenti possono fruire più volte dei contenuti, anche a distanza di tempo, senza ulteriori spese per l’azienda. Al contrario, la formazione tradizionale, ovvero quella in aula, è ripetibile solo se l’impresa se ne assume nuovamente i costi. “La nuova tendenza, oggi, è quella di trasferire il livello della formazione all’interno dell’azienda in modo da poterla patrimonializzare – ha concluso Testa -. Un sistema di formazione a distanza per l’impresa deve essere aperto ed espandibile in modo da poter crescere con l’azienda stessa e quindi con le sue diverse necessità di formazione. Per ottimizzare le risorse umane è importante anche costruire didattiche individualizzate che tengano conto delle competenze d’ingresso del singolo candidato. Inoltre, il processo ha più redemption se si utilizzano elementi fortemente dichiarativi e motivazionali e se la presenza di un referente didattico è costante e interattiva“.