Stretta creditizia: una soluzione da Anima e Federmacchine

Da aprile attiva una realtà nata dalla collaborazione fra le due associazioni per sostenere le piccole e medie imprese della meccanica.

«Le nostre aziende sanno produrre, vendere e stare sul mercato. A mancare, semmai, è la domanda e più passa il tempo e più occorre sostegno economico e finanziario per capitalizzare la propria impresa».
Attento alle dinamiche che oggi registrano un’ulteriore mancanza di liquidità e una stretta creditizia ancora più accentuata da parte degli istituti di credito è Sandro Bonomi, presidente di Anima, che con l’intento di dar continuità al saper fare dei propri affiliati, ha riunito a un tavolo di lavoro alcuni interlocutori al fine di offrire «idee e strumenti immediatamente accessibili per sostenere l’impresa».

Primo fra tutti un progetto concreto che la Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica varia e Affine, ha “in animo” di costruire con Federmacchine in risposta «a uno scenario in cui le banche e le imprese si guardano con diffidenza» sottolinea nuovamente Bonomi. Presentata in forma ufficiosa, l’iniziativa sarà attiva a partire dal prossimo aprile «e – come evidenziato da Luca Majocchi, un passato aziendale in Pirelli e una pluriennale esperienza in Unicredito prima di divenire uno dei promotori di questa nuova iniziativa imprenditoriale insieme ad Alberto Sacchi, presidente di Federmacchine, e a Sebastiano
Strumia, anch’egli con un passato in Unicredito e Sanpaolo Imi – servirà a rispondere al piccolo tsunami, che pensiamo si verificherà dalla seconda metà dell’anno con un ulteriore restrizione del credito da parte degli istituti finanziari».

Mettendo in discussione un intero modello di fare impresa tipicamente italiano, basato sui distretti, Majocchi si è, infatti, interrogato sul futuro delle imprese produttive, non solo in ambito industriale. E per far lavorare «insieme e meglio» imprese e banche, propone un nuovo soggetto societario «che, costituito in parte anche da imprenditori, avrà contemporaneamente un’anima industriale e una bancaria e sarà in grado di leggere il business delle imprese comprendendo anche i vincoli di chi è chiamato a far credito. Si tratta, inoltre, di una realtà che sarà in grado di agire in modo selettivo su tutto il passivo delle imprese al fine di favorire il rapporto fra i diversi attori in campo».

All’interno del quadro appena dipinto, il ruolo di Anima e Federmacchine sarà di mantenere forte la focalizzazione sulla componente industriale attraverso riunioni operative che, presiedute da un apposito comitato, avranno il compito di realizzare un legame continuo con gli uffici studi di ambedue le associazioni al fine di creare un canale diretto con le imprese, anche di tipo artigiano «storicamente più deboli delle altre».
Lo scopo di questo progetto, volto a sostenere e rafforzare le piccole e medie imprese della meccanica, è infine quello di creare una sorta di ombrello che sia in grado di integrare una serie di tasselli che vanno dalle competenze professionali già disponibili alle attività che sia le banche, sia le aziende pongono in essere. «Questa nuova realtà – conclude Majocchi – seguirà le imprese operando laddove si trovano le società che operano nel settore meccanico, storicamente posizionate nel Centro-Nord Italia».

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