Strategia di backup per studi e piccoli uffici

Una procedura in 8 passi per salvare e ripristinare dati e documenti in caso di necessità.

E’ un fatto ben noto agli utenti esperti che qualche accorgimento e qualche
sana abitudine presi prima del verificarsi di un guasto o errore critico permettono
di affrontare e risolvere l’emergenza con un dispendio di energie minore, e
una speranza di riuscita ben maggiore di quanto non accada in loro assenza,
quando ci si trova in condizioni di PC inservibile, guasto fisico ormai avvenuto
e nessuna ancora di salvezza.

Il recupero di dati “in emergenza” (ammesso che sia possibile) comporta
sempre un notevole dispendio di tempo e denaro, ma soprattutto il risultato
non è garantito al 100%: certi dati potrebbero essere stati sovrascritti
e risultare ormai irrecuperabili; inoltre, un disco guasto, in casi estremi,
potrebbe essere parzialmente irrecuperabile perfino rivolgendosi ai centri servizi
specializzati (da centinaia o migliaia di euro a intervento) che tentano una
riparazione fisica in camera bianca.

Ma se, invece, al momento del disastro era disponibile un backup ragionevolmente
recente e completo, la perdita di dati è molto contenuta (riguarda al
massimo il solo lavoro salvato dopo l’ultimo backup), il tempo di ripristino
è breve e certo e, cosa non meno importante, il recupero è sostanzialmente
garantito, non un’avventura dall’esito incerto.

Non bisogna poi dimenticare che, anche se programmi e impostazioni sono certamente
ricostruibili persino nei casi più catastrofici, armandosi di pazienza,
riformattando il disco e reinstallando tutto da capo, è però ben
noto che il tempo necessario è tutt’altro che trascurabile: si misura
in ore, se non addirittura giorni di lavoro, a seconda della complessità
dell’ambiente software da ripristinare, del numero di applicazioni che occorrono,
del fatto di avere a portata di mano tutti i dischi e i serial number che servono
per ripetere le installazioni, di poter eventualmente contare su un secondo
PC funzionante per scaricare da Internet quel che serve, e così via.
La perdita di tempo, insomma, può danneggiare quasi quanto la perdita
di dati.

Appare quindi chiaro che per qualunque utente di PC che non abbia tempo da
perdere a riformattare e reinstallare tutto, e a maggior ragione per un professionista
che oltretutto non può assolutamente permettersi di perdere i dati necessari
per il suo lavoro, è assolutamente essenziale farsi trovare pronti in
caso di disastri al proprio PC.

Mentre un’alterazione dell’ambiente Windows conseguente all’installazione di
un nuovo programma o di un nuovo driver di periferica è spesso recuperabile
utilizzando strumenti di recupero di Windows come i Punti di Ripristino, ci
sono casi in cui questo approccio, pur essendo teoricamente concepito per affrontarli,
o non funziona bene, o non è sufficiente o addirittura lascia il sistema
in uno stato instabile, non perfettamente ripristinato.

Vi sono poi minacce o situazioni che i Punti di Ripristino non sono concepiti
per affrontare. Un virus, una accidentale cancellazione di file importanti,
un guasto al disco, sono tutti casi in cui il rimedio deve essere di altra natura.

Una scansione con antivirus può eliminare il virus e le sue copie prodotte
dal contagio, ma non può rimediare a tutti i danni attivamente prodotti
dal virus.

La funzione di recupero del Cestino può recuperare i file finchè
il file, spazio permettendo, resta presente nel Cestino stesso. Se
il Cestino è stato svuotato, e non sono ancora stati scritti
nuovi dati sugli stessi settori del file da recuperare, una utility Unerase
può tentare il ripristino dei file. Ma non può fare nulla per
tornare indietro se per errore un documento Word è stato modificato e
salvato con lo stesso nome e nella stessa posizione.

Un guasto al disco può essere più o meno esteso, impattare più
o meno file, ma non è mai banale da rimediare e soprattutto è
sintomo di un disco in via di cedimento definitivo, pertanto se il recupero
non avviene in tempi rapidi, potrebbe diventare impossibile anche recuperare
le parti inizialmente rimaste “sane”.

La strategia che raccomandiamo è la seguente:

1) Organizzare ogni PC della rete in modo che il disco sia partizionato in
una parte avviabile, grande quanto basta per contenere Sistema Operativo e programmi
(in genere bastano poche decine di GB) più un poco di margine. Il resto
del disco deve essere una partizione separata, destinata a contenere solo eventuali
dati.

2) Non salvare mai i dati sul desktop o nella cartella Documenti,
perchè finirebbero nella partizione di sistema. Salvarli sempre nella
partizione dati. Eventualmente, spostare la cartella Documenti in modo
che ricada nella partizione dati.

3) Dotarsi di un NAS a doppio disco configurato in RAID 1 (mirroring), con
interfaccia Gigabit e ventilazione forzata, collegarlo alla rete locale, formattarlo
se possibile non in FAT ma in file system senza restrizioni, come ext2 o ext3,
e crearvi una struttura di cartelle con una cartella per ogni PC della rete
da tenere sotto backup. La capacità netta del NAS deve essere pari a
circa 10 volte la dimensione totale delle partizioni di sistema di tutti i PC
della rete, più circa 3 volte la dimensione effettivamente utilizzata
delle partizioni dati di tutti i PC della rete.

4) Installare su ogni PC della rete un software capace di salvare automaticamente
ogni notte, su una unità di rete (in questo caso il NAS) l’immagine completa
della partizione di avvio del PC. Per esempio, Macrium Reflect Free Edition.
Fare in modo che ogni PC salvi la propria immagine a una certa ora della notte,
diversa da quella degli altri PC della rete, per non congestionare il NAS a
causa di troppe scritture simultanee da parte di diversi client.

5) Configurare ogni PC della rete per eseguire quotidianamente il backup verso
il NAS della sola partizione dati di quel PC. Si può utilizzare lo strumento
di backup standard di Windows (NTBackup per sistemi XP) o una utility di backup
come GFI Backup 2009. Per risparmiare spazio sul NAS conviene sfruttare le opzioni
per backup differenziale o incrementale, ma ogni tanto (2-4 settimane) bisogna
eseguire un backup integrale per evitare che il ripristino sia troppo scomodo.

6) Periodicamente eliminare dal NAS i backup più vecchi per assicurarsi
che ci sia sempre spazio per quelli nuovi. Alcuni programmi si occupano automaticamente
di gestire un numero limitato di backup, in uno schema ad anello in cui quelli
vecchi vengono soppressi per fare spazio.

7) Preparare e tenere pronti all’uso dei CD (o pen drive) di avvio delle utility
di backup scelte, in modo tale che con il sistema non in grado di avviarsi si
possa comunque provvedere al ripristino dell’immagine del sistema operativo.
In caso invece di sistema avviabile ma dati danneggiati, si userà il
secondo programma di backup per recuperarli dalle copie salvate sul NAS, via
rete.

8) configurare il NAS per inviare allarmi email in caso di guasto, o in alternativa
monitorare almeno mensilmente le condizioni di salute dei due dischi attraverso
l’interfaccia di gestione del dispositivo. In caso di guasto a uno dei due dischi,
sostituirlo immediatamente.

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