Sulla cosiddetta "Virtual Storage Architecture", StorageTek ha costruito una parte significativa dei proprio futuro. Dunque, si spiega facilmente l’intenzione di aprire il più possibile questo genere di soluzioni. La settimana prossima …
Sulla cosiddetta "Virtual Storage Architecture", StorageTek ha costruito
una parte significativa dei proprio futuro. Dunque, si spiega facilmente
l’intenzione di aprire il più possibile questo genere di soluzioni. La
settimana prossima, all’Eurostorage di Berlino, sarà annunciata
l’estensione dal mondo mainframe verso quello Unix, attraverso una versione
del disk array Iceberg, basato su questa tecnologia, che include
l’interconnessione Scsi e altre caratteristiche atte a supportare i server
con sistemi aperti. Ricordiamo che la virtual architecture separa le
configurazioni fisiche e logiche, supportando fino a 256 volumi virtuali
indipendenti, con la capacità fisica del virtual array. Ciò significa ch
e
il dispositivo fisico occupa meno spazio e il sistema può gestire un più
ampio numero di dati.
Le versioni iniziali del nuovo sistema, attese entro un paio di mesi,
supporteranno il sistema operativo Solaris, mentre altri ambienti Unix
saranno gestiti in seguito. Ricordiamo che al momento i sistemi Iceberg
sono venduti solo attraverso Ibm sotto la denominazione Ramac Virtual Array
2 Turbo e girano in ambiente Os/390.
Allo stesso tempo, anche il software SnapShot sarà esteso verso Unix.
L’applicativo crea copie virtuali multiple di volumi di dischi, minidischi
o dati, originando anche "puntatori" verso i dati originali e consentendo
agli amministratori di far girare backup multipli anche mentre il sistema
sta elaborando transazioni on line.
La decisione di portare Iceberg verso Unix risale a a un accordo del 1997
fra Ibm e il Dipartimento Usa di giustizia, in base al quale al costruttore
era permessa la distribuzione dei prodotti StorageTek solo se quest’ultima
avesse trovato un secondo canale per i virtual disk.
