Storage e architetture open alimentano l’e-business

La memorizzazione dei dati è sempre più strategica per le aziende, mentre si afferma un modello aperto

E-business e storage sono sempre
più correlati. Intrinseco al concetto di e-business vi è la
generazione di informazioni e la loro
fruizione indipendentemente dal
tempo e dal luogo di produzione, con
la garanzia che non vadano perdute.
Se il mondo delle applicazioni di
e-business è in grado di mantenere
le proprie promesse è perché si
sono sviluppate nuove architetture,
nuovi concetti e nuove modalità
di distribuzione e di protezione
delle immense moli di dati che
giornalmente vengono generate e
distribuite tramite le reti Ip p
ubbliche e private.
Un’analisi dettagliata dello
stato dell’arte del mondo dello storage
e dei server è l’oggetto del
rapporto di oltre 450 pagine dal titolo
“Server e Storage per l’e-business
aziendale: architetture, standard
e tecnologie” che verrà allegato al
prossimo numero di Linea Edp.

Alcuni dei concetti e delle
considerazioni che vi sono riportati,
sono però anticipabili considerando
quanto emerso dal convegno
“Storage Time” organizzato da
alcune delle principali società del
settore e da Sirmi.
Nel corso dell’incontro, la
crescente importanza dello storage e dei
nuovi concetti che vi sono
correlati nella realizzazione delle nuove
strategie di e-business è emerso
come un dato di fatto acquisito. Se
però da un piano concettuale ci si
sposta a un piano concreto, il
passaggio da una visione periferica
dello storage a una sua visione
centrale nella pianificazione di
sistemi It e applicazioni presenta
diverse difficoltà. Queste
difficoltà sono realisticamente
evidenziate sia da analisti di
mercato che dalle stesse società
produttrici, che hanno il doppio
problema di sviluppare soluzioni che
permettano di migrare verso
soluzioni It in cui lo storage rapresenta
un aspetto fondamentale, ma al
contempo di salvaguardare gli
investimenti e aiutare i clienti ad
assorbire i concetti intrinseci
al nuovo modo di affrontare in
azienda le problematiche dello
strorage.
Uno dei problemi derivanti da
applicazioni di e-business sempre più
dipendenti dallo storage e dalle
più recenti architetture San e Nas è
stato evidenziato da Maurizio
Cuzari, amministratore delegato di
Sirmi.
«Stiamo vivendo in un mondo
in cui non si può più prescindere dal
concetto di rete e dove passare dal
concetto di notizia a quello di
informazione richiede strumenti
complessi e adeguati. Orbene, è
proprio il concetto di rete che in
riferimento a soluzioni It è
cambiato profondamente e ingloba
ora, come elemento fondamentale
imprescindibile, proprio quello
storage che una volta rappresentava
una parte minoritaria degli
investimenti e occupava la classica
posizione di back
office
».

Un
ulteriore fattore da considerare riguarda la connessione
dell’e-business ad ambienti
aziendali aperti e in cui le applicazioni
devono essere fruibili da parte di
comunità estese e distribuite
(verrebbe da dire disperse) su ampi
spazi geografici, che esalta il
concetto di “openess” (largamente
noto e applicato nelle Tlc, ma meno
nell’It), che a ruota coinvolge
quello di “virtuale”.
Questa evoluzione in chiave aperta
e virtuale dei sistemi di storage,
alla base di applicazioni It, a
loro volta alla base delle
applicazioni di e-business è
confermata da chiari dati di mercato per
ciò che riguarda il peso relativo
di hardware, software e servizi. I
tre settori, secondo Sirmi,
crescono, ma con un diverso gradiente. In
pratica, a una considerevole
crescita di software (di
virtualizzazione e gestione) sia in
termini assoluti sia relativi, si
abbina invece una crescita in
termini assoluti, ma un calo in
percentuale, della componente
hardware.

A
prescindere dall’aspetto relativistico o assoluto «si sta andando
verso un
modello di It in cui la capacità dei sistemi storage diventa
l’aspetto centrale nei
confronti della componente di elaborazione
» è
il parere di Cuzari. Se dal mondo degli analisti di
mercato ci spostiamo a quello dei
produttori, il punto saliente
dell’evoluzione in atto è ben
riscontrabile nel parere di
Giuliano Bettineschi, country manager di
Hitachi Data Systems in Italia,
secondo cui «nello storage è in
discussione il modello indipendente
finora adottato in un momento
evolutivo che lascia trasparire
come in un prossimo futuro lo storage
coinvolgerà un ampio numero di
apparati e dispositivi di rete
».

La diffusione delle San è
indicativa di una tale evoluzione, volta a
sostituire a modelli proprietari
dei modelli aperti. Hds, per
esempio, ha illustrato Bettineschi,
nel 3Q del 2001 ha quasi
triplicato le revenue derivanti da
soluzioni San e raddoppiato quelle
derivanti dal suo prodotto Freedom
Software.
Soluzioni
aperte e virtuali, se si considera che lo storage si avvia
a coprire il 50% dei costi di un
sistema It, rispondono però a
un’altra delle esigenze emergenti
nello sviluppo di applicazioni di
e-business, quella del contenimento
del Tco. La virtualizzazione
permette, infatti, di far evolvere
il sistema aggiungendo nuove
piattaforme a quelle esistenti o
utilizzare nelle diverse aree
geografiche soluzioni di storage
disponibili nel sito specifico sia
in termine di piattaforma sia di
supporto tecnico di post
installazione. Non è detto, per
esempio, che lo stesso apparato o
servizio sia disponibile per la
sede di una banca a Milano o per la
filiale di New York o di
Mosca.

Il
cambiamento di tendenza sta portando a una serie di accordi tra
fornitori che stanno scoprendo che
collaborare, perlomeno per lo
storage, è meno dispersivo che
combattersi. L’esigenza di far fronte
a tempi di sviluppo sempre più
stretti favorisce l’adozione di un
approccio collaborativo: risulta
più produttivo stringere un accordo
per disporre di software da
inserire nella propria architettura di
storage che svilupparselo in
proprio.     

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome