State of the Net: Internet è libertà

La diffusione di internet spinge il desiderio di libertà: i Paesi a maggior penetrazione della Rete, infatti, sono anche quelli contrari alla censura governativa, come dimostra l’alto fattore di correlazione (0,76) dei dati Pew. Ben l’89% delle persone è favorevole all’eliminazione della censura in Venezuela, poi vengono Libano e Cile (86%). Le percentuali scendono dove la Rete è disponibile a poche persone: in Uganda, dove accede il 15% della popolazione, vuole la censura solo il 49% degli intervistati, mentre in Pakistan, dove accedono appena 8 persone su 100, risponde positivamente solo il 22%.
Un maggiore accesso a internet genera un maggiore desiderio di libertà: la percentuale di intervistati che sono contrari alla censura dei governi su Internet risulta crescere sopratutto nei Paesi in cui la penetrazione di internet è più alta: in Cile, Venezuela, Libano, Argentina è compresa tra il 62 e il 76%. Mentre Uganda e Pakistan risultano più staccati dagli altri Paesi, con penetrazione dell’uso di internet limitata tra il 15 e l’8%.

Questi sono alcuni dei dati 2014 del Pew Research Center, presentati oggi a State of the Net (SotN) da Lee Rainie, direttore della ricerca su Internet, Scienza e Tecnologia dell’istituto, nel corso del panel The Next Digital Disruptions.
In Italia il tasso di penetrazione degli utenti di internet sul totale della popolazione si attesta al 60,2%. Per confronto troviamo Cile e Russia oltre il 70%, il Venezuela al 67%; Cina, Libano e Argentina si attestano tra il 62 e il 63%. Si avvicinano all’Italia Brasile (51%), Egitto (50%) e Messico (50%).
Oggi gli algoritmi accelerano la nostra società. Con gli strumenti, la rete può migliorare, ma instradare il cambiamento dipende da ogni singola persona”, affermano in un comunicato Beniamino Pagliaro, Sergio Maistrello e Paolo Valdemarin, fondatori di SotN, State of the Net. L’edizione 2015 si è tenuta eccezionalmente all’UniCredit Pavillon di Milano il 4 e 5 ottobre.

Politica, poca in Rete
Tra le motivazioni che spingono maggiormente all’uso di Internet nei Paesi emergenti, la formazione è prima per il 64% della popolazione dei 32 Paesi esaminati. Il 53% ritiene poi che il web agevoli lo stabilire relazioni personali, mentre il 52% lo apprezza per fattori economici.
Una minor fiducia viene invece attribuita alle questioni politiche. Grande cautela sulla fruizione di contenuti politici, condivisi dal 34% degli intervistati. Per il 30% l’influenza complessiva della rete in politica è cattiva, mentre per il 36% è positiva. Parlando di morale, il 42% ritiene che il web abbia una cattiva influenza e solo il 30% dice di condividere contenuti religiosi.
Lo strumento principale di accesso alla rete sono i social network, principalmente nei Paesi emergenti: 93% nelle Filippine, 88% in Kenia e Venezuela. Per confronto abbiamo Usa 65%, Italia 60% e Cina 58%.

 

 

 

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