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SDN vuole standard aperti

Massimo Ceresoli, ‎Head of Global Services – Southern and Central Europe di Orange Business Services, ci parla di SDN.

Software Defined Network (SDN) e virtualizzazione delle funzioni di rete (Network Function Virtualization o NFV) sono basati sul concetto di standard aperti e open source. Ma non c’è solo un’organizzazione a spingere per l’apertura di SDN: due hanno recentemente scelto di fondersi.

Gli standard aperti di SDN consentono alle aziende di evitare il vendor lock-in per i loro prodotti di rete e riducono il rischio di obsolescenza. Grazie all’adozione di una piattaforma aperta e interoperabile, le aziende possono beneficiare di un time-to-market più rapido e di un migliore accesso alle soluzioni che si adattano meglio alla loro attività. Inoltre, offre flessibilità ai dipartimenti IT e rende più facile progettare della rete.

Massimo Ceresoli Orange
Massimo Ceresoli è ‎Head of Global Services – Southern and Central Europe di Orange Business Services

L’SDN sta rapidamente prendendo piede nelle aziende motivate dai costi più bassi di esercizio e dalla necessità di maggiore agilità e scalabilità per sostenere i loro programmi di trasformazione digitale. Il mercato globale SDN dovrebbe raggiungere i 132,9 miliardi di dollari entro il 2022, in crescita del 47% tra il 2016 e il 2022, secondo Allied Market Research. La società di analisi ritiene che la diffusione sia guidata da complessi modelli di traffico, dal bisogno crescente di servizi di mobilità e dal traino dei servizi di cloud computing.

L’apertura stessa è uno dei fattori che guidano il mercato, secondo Laurent Perrin, responsabile Connectivity Product Management di Orange Business Services: “Le aziende non vogliono che le scelte che fanno oggi in termini di soluzioni diventino un limite per quello che possono fare in futuro. Non vogliono essere legate“.

Utilizzare standard aperti – e quando è il caso software open source – aiuta l’innovazione e consente visibilità end-to-end e controllo di gestione sui flussi di traffico” – aggiunge -. Queste sono le fondamenta su cui è costruita la piattaforma SDN/NFV di Orange e il concetto stesso di Rete come Servizio.”

La fusione tra ONF & ON Lab per spingere SDN

Lo scorso ottobre la Open Networking Foundation e l’Open Networking Lab (ON Lab), due organizzazioni non-profit tra le prime in questo ambito, hanno scelto di fondersi per dare più efficacia alla loro azione in direzione dei benchmark SDN e spingere all’adozione della tecnologia. La nuova organizzazione manterrà il nome di ONF.

L’ONF è stato originariamente creato nel 2011 per promuovere OpenFlow come standard. ON Lab è stata fondata nel 2012 per far avanzare il progetto Open Network Operating System (ONOS) e il Central Office Re-architectured as a Data Center (CORD).

Alla guida della nuova organizzazione c’è il fondatore e direttore esecutivo di ON Lab, Guru Parulkar, secondo il quale è chiaro che gli standard SDN e lo sviluppo open source debbano procedere di pari passo perché l’adozione di SDN vada avanti.

L’open source è fondamentale per l’implementazione del SDN – dice Parulkar -. Con l’unione di ONF e ON.Lab, siamo in grado di avere un ruolo nel futuro della rete, convogliando gli sforzi di standard e open source sotto un unico gruppo. Questo creerà una vera sinergia tra le due organizzazioni, consentendo lo sviluppo dell’open source e da qui lo sviluppo di standard di riferimento“.

ONF sostiene che gli standard basati su progetti open source di largo utilizzo come ODL, ONOS, OPNFV e CORD sono quelli che possono più ampiamente e facilmente essere adottati nel settore. “L’enfasi sull’open source, supportata dal riuscito sviluppo di software di ON.Lab, guiderà gli standard di lavoro dell’ONF, compresi gli aggiornamenti di OpenFlow,” conferma Parulkar.

ONF continuerà a portare avanti ONOS, il Sistema Operativo (OS) di Software Defined Network (SDN), e i progetti open source CORD, che sono guidati da ON.Lab e da The Linux Foundation. L’organizzazione lavorerà anche con altri progetti open source come OpenDaylight e la piattaforma aperta per NFV (OPNFV) così da garantire che i futuri standard ONF, inclusi i continui aggiornamenti di OpenFlow, derivino da un consenso condiviso tra le varie comunità di sviluppatori open source.

Un’ondata di nuove release in ambito SDN/NFV

I progetti open source stanno investendo moltissime energie nello spingere l’SDN e creare piattaforme aperte per la virtualizzazione di rete. Recentemente abbiamo visto l’annuncio di una serie di open release destinate a migliorare notevolmente la maturità della tecnologia agli occhi degli utenti.

Il progetto open source collaborativo OpenDaylight Foundation (ODL) ha presentato la quinta versione della sua piattaforma aperta SDN, di nome Boron.

La tanto attesa Boron include miglioramenti che faranno crescere il supporto di ODL per Cloud e NFV. Le funzionalità correlate a OpenStack sono state riprogettate in un quadro di sviluppo unificato che, secondo l’organizzazione, migliora scalabilità e prestazioni, incluso il fatto che darà al clustering una marcia in più.

Questo è un passo avanti importante perché migliora la nostra capacità di soddisfare i bisogni reali degli utenti finali in termini di funzionalità, robustezza e interoperabilità“, ha spiegato Colin Dixon, Presidente del Comitato Tecnico di OpenDaylight e Distinguished Engineer di Brocade.

Il progetto ONOS ha appena annunciato l’ottava release della sua piattaforma trimestrale, soprannominata Hummingbird, che ornisce l’unico piano di controllo SDN in grado di supportare l’SDN, sia disruptive sia incrementale, per service provider e aziende che cercano virtualizzazione e ottimizzazione per stare al passo con la trasformazione digitale.

Hummingbird segna un progresso importante non solo nelle funzioni di controllo di base, ma anche nel supporto all’automazione e configurazione di dispositivi legacy e OpenFlow ready per affrontare efficacemente la crescita dei casi d’uso riportata dai fornitori di servizi, oggi e per il futuro“, dice Bill Snow, vice presidente di engineering, ON.Lab.

Inoltre, il progetto Open NFV ha messo a punto OPNFV Colorado. L’Open NFV è un programma open source che aiuta lo sviluppo e l’evoluzione di componenti Network Functions Virtualization (NFV) in vari ecosistemi open source attraverso integrazione, implementazione e test.

Colorado è una versione più solida della piattaforma precedente di OPNFV, Brahmaputra. Include miglioramenti in ambito sicurezza, IPv6, concatenamento di servizio (Service Function Chaining o SFC), test, funzionalità VPN. Colorado prevede anche supporto completo per più architetture hardware, tra cui x86 e ARM.

OpenDaylight, ONOS e OPNFV rientrano tutti sotto l’egida della Linux Foundation. Allo stesso tempo, i produttori stanno lavorando a stretto contatto con le organizzazioni per la standardizzazione (SDO) per accelerare l’adozione di uno standard per le tecnologie SDN e NFV.

Orange Business Solutions, per esempio, ha oltre 200 dipendenti che lavorano con SDO e comunità open source, concentrati completamente su SDN/NFV. Collabora con OpenStack, un progetto di orchestrazione cloud computing che offre il software Orchestrator libero e open source rilasciato sotto licenza Apache, così come l’OPNFV e l’ODL.

Lavorare per una causa comune

Tutti questi gruppi del settore lavorano per creare un terreno comune così che i venditori possano realizzare nuovi prodotti, riducendo nel contempo i vincoli verso un vendor specifico e fornendo alle imprese maggiore flessibilità nella costruzione di soluzioni SDN per sostenere i loro modelli di business sempre più agili.

Gli SDO, per esempio, svolgono un ruolo importante nello sviluppo dell’architettura di alto livello che sta mettendo l’industria della rete in condizione di utilizzare SDN e NFV nel Wide Area Network utilizzato da Orange.

Inoltre, Orange ha unito le forze con AT&T per promuovere la standardizzazione SDN/NFV e garantire che tecnologie siano aperte e interoperabili, cosa che non sempre avviene oggi.

Introdurre standard condivisi per SDN/NFV consentirà al settore e alle imprese di beneficiare di maggiore efficienza, riduzione dei costi, distribuzione e innovazione più rapide, e di rendere le roadmap “a prova di futuro”. Le comunità Open source ci stanno aiutando ad accelerare questo processo.

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