In Italia la sperimentazione di scoperte e invenzioni tecnologiche è talvolta resa difficile, se non impedita, da disposizioni e divieti non sempre al passo con i tempi.
Imprese, startup, università e centri di ricerca italiani e stranieri che intendono fare sperimentazione di strumenti, prodotti e servizi di innovazione ora possono farlo in deroga alle vecchie normative vigenti.
Per progetti che prima avrebbero richiesto un iter di verifica e approvazione articolato, ora le aziende possono richiedere l’autorizzazione al Dipartimento per la Trasformazione digitale e al Ministero dello Sviluppo economico che dopo una valutazione possono autorizzare la sperimentazione definendone le caratteristiche e le modalità nelle quali andrebbe eseguita.
La novità è frutto dell’articolo 36 del decreto legge n. 76 del 16 luglio 2020 (Semplificazione e innovazione digitale) convertito in legge 120 dell’11 settembre 2020, che viene messo in pratica con una modulistica snellita.
Al termine della sperimentazione, l’impresa richiedente sarà tenuta a trasmettere al Dipartimento per la Trasformazione digitale e al Ministero dello Sviluppo economico una relazione sui risultati ottenuti e sui benefici economici e sociali conseguibili.
Il Dipartimento potrà quindi inviare al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro competente per materia un parere sull’eventuale opportunità di modificare norme vigenti in modo da consentire la prosecuzione dell’attività avviata con la sperimentazione in via non più eccezionale.
Moduli e richieste
I moduli per la sperimentazione si trovano sul sito del Ministero per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione
Le richieste di autorizzazione alla sperimentazione vanno inviate via PEC al Dipartimento della Trasformazione digitale e al Ministero dello Sviluppo economico a seguenti indirizzi: