Sostenere il business massimizzando gli investimenti fatti

La virtualizzazione ha inaugurato un nuovo modo di pensare alla fruizione tecnologica, definendo un approccio finalizzato a migliorare le performance, la produttività e la business continuity dell’azienda, secondo criteri di implementazione e di gestio …

La virtualizzazione ha inaugurato un nuovo modo di pensare alla fruizione tecnologica, definendo un approccio finalizzato a migliorare le performance, la produttività e la business continuity dell’azienda, secondo criteri di implementazione e di gestione che vanno ben oltre la riduzione dei costi.

I vantaggi correlati alla deduplicazione, infatti, sono diversi: grazie alla virtualizzazione, è possibile creare livelli di astrazione che nascondono eterogeneità e complessità dell’infrastruttura hardware e software. Da un lato questa tecnologia, se attuata secondo le migliori logiche di impostazione, consente un’ottimizzazione della governance It; dall’altro, la possibilità di clonare macchine e applicazioni per utilizzarle in chiave virtualizzata riduce i consumi elettrici consentendo, al contempo, di sfruttare la modalità on demand, razionalizzando il carico delle infrastrutture per evitare ogni tipo di spreco, secondo economie di scala più efficaci, efficienti ed ecocompatibili, come impongono le nuove normative di riferimento. L’esperienza sempre più consolidata della deduplicazione e dei suoi vantaggi logistici e operativi, ha portato imprese e organizzazioni a pensare all’Ict come a un servizio, declinato su una pluralità di nuove soluzioni d’offerta. Software as a Service, Hardware as a Service, Database as a Service, Platform as a Service ma anche Infrastructure as a Service (Vlan) rappresentano, dunque, vere e proprie strategie atte a favorire uno sviluppo compatibile con le esigenze di dinamicità e sostenibilità del business, massimizzando gli investimenti sostenuti.

Le dinamiche degli investimenti, infatti, sono strettamente correlate alla situazione economica generale, caratterizzata da recessione, crisi dei mercati finanziari e crescita dei prezzi dell’energia che impattano pesantemente sul settore It. Confrontare le revisioni al ribasso degli analisti è già di per sé un fattore di riflessione: Idc, ad esempio, parla per il 2009 di una crescita dell’It in Italia, nella migliore delle ipotesi, pari allo 0,6%, mentre nel caso peggiore equivalente a un -2,4%. In un contesto in cui i budget per la spesa informatica sono in forte contrazione, diventa ancora più importante investire in soluzioni che possano aiutare l’azienda a superare la difficile congiuntura.

I ricercatori suggeriscono alcune linee guida nell’adozione di tecnologie It che possono contribuire a portare in azienda ancora ampi margini di efficienza, economicità ed eco-compatibilità.

Al centro della strategia c’è il data center che, attraverso politiche di consolidamento e virtualizzazione, dà flessibilità e dinamicità all’impresa, portando una potenza maggiore e dall’anima verde. Idc, in occasione del convegno Virtualization & Cloud Computing Conference (tenutosi a fine 2008), ha annunciato come la penetrazione dei server che integrano tecnologie di virtualizzazione nel 2007 abbia raggiunto in Europa il 35% del totale, mentre per la fine del 2008 la quota sarebbe salita del 52%, con un trend di crescita che gli analisti stessi definiscono “incredibilmente rapido”.

«Dalle nostre indagini – osserva Sergio Patano, senior research analyst di Idc Italia -, tra le voci di costo dell’It, emerge come predominante quella relativa alla manutenzione, allo sviluppo e al supporto, pari a una fetta che va dal 50 al 70%. Le It operation sono troppo alte, ma l’80% dei costi di gestione del data center, di cui il 67% legato ai costi di manutenzione e il 13% ai costi dell’energia, possono essere affrontati con successo attraverso la virtualizzazione e il green It».

A guardare la gerarchia dei fattori che hanno spinto il panel intervistato da Idc a battere questa strada, emerge, per l’80%, il costo dell’energia, mentre la responsabilità del brand a un discorso di sviluppo sostenibile è citata da meno del 40%, oltre il 30% segnala la volontà di diminuire la crescita dell’infrastruttura server e oltre il 20% sostiene sia la volontà di porre una maggiore regolamentazione della governance che quella di farsi carico di un certo pressing posto dai consumatori (Fonte Idc’s Green It Survey, settembre 2008, 300 intervistati).

Quando economia fa rima con ecologia

Secondo una ricerca condotta da Emerson Network Power (Enp) intitolata “Data center Energy saving”, l’efficienza dell’alimentazione e del raffreddamento contribuisce al 23% del risparmio della spesa It, con una riduzione pari al 72%. Per Enp, seppure in parte minima (2%), l’inquinamento complessivo di emissioni nocive dell’It ha una sua corresponsabilità e contribuisce a migliorare il saldo della bilancia commerciale. La virtualizzazione, permettendo di massimizzare le risorse, riducendo consumi e spese, porta flessibilità al sistema informativo, velocizzando il time to market, che passa da una media settimanale per il rilascio di una nuova macchina a meno di un’ora. Questo contribuisce a una nuova visione del data center che, attraverso un sostrato tecnologico adeguato, attua logiche in chiave Soa, inaugurando nuove economie di servizio. Telecom Italia, ad esempio, lo scorso gennaio ha pubblicamente annunciato che, se continuasse semplicemente ad aggiungere server, dagli attuali 12.000, in tre anni arriverebbe a quota 16.000. Per questo ha varato un progetto di consolidamento per il next generation data center, con l’obiettivo di arrivare a 2.000 server fisici nel gennaio 2011, con un risparmio previsto di 93 milioni di euro in cinque anni e una riduzione del consumo energetico di 14 GWh già nel primo anno. Quello che è certo è che tutte le indagini che analizzano le dinamiche della virtualizzazione dei sistemi It fotografano un fenomeno in divenire, in cui grandi e piccole aziende stanno utilizzando sempre più massicciamente le tecnologie di virtualizzazione, per un’ampia gamma di applicazioni e progetti anche business critical.

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