Sorvegliati speciali

Da titoli-faro a sorvegliati speciali: in un mercato in subbuglio, gli analisti vogliono qualcosa di più: piattaforme.

La pubblicazione delle trimestrali rappresenta, da sempre, un momento cruciale per capire lo stato di salute di un comparto industriale.

Così come in Borsa vige la logica dei titoli guida, anche nell’analisi dei bilanci trimestrali il riflettore su punta su quelle aziende che, per storicità o indirizzo, rappresentano il punto di riferimento e l’ago della bilancia.

Ibm, Google, Microsoft, Oracle, Amazon, Apple, ciascuna a suo modo è capofila di volta in volta dello stato di salute della spesa It nelle imprese, della net economy, dell’ecommerce, del software, delle soluzioni e dei servizi.

Qualcosa però sta cambiando.
Per alcune di queste aziende il passaggio, brusco in qualche caso, è da azienda-faro a sorvegliata speciale.
Perché le dinamicità in atto in alcuni comparti sono tali da impensierire chi dà ai numeri una valenza economica.

Vale per Apple, vale per Rim, vale per Google e Amazon.
Il passaggio da un mondo focalizzato sui dispositivi a uno basato sui servizi e sui contenuti, di cui tanto si è parlato in occasione dell’ultimo Ces di Las Vegas, si misura proprio qui. Alla fine delle colonne di un bilancio trimestrale.

Così, alla capacità di sviluppare prodotti appealing, gradualmente si sta sostituendo il peso della piattaforma, dell’ecosistema, della pervasività.

E non è certo un caso che Wall Street si rallegri dopo l’ennesima voce che vuole Research In Motion possibilista all’idea di lasciare i device per focalizzarsi su una piattaforma.
Né che gli analisti non si lascino emozionare all’idea di un nuovo iPhone, più grande o più piccolo che sia, ma che attendano Apple al varco, pronti a domandarl: ”Che si fa ora?”.

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