SOPA: Murdoch contro Google, Wikipedia contro SOPA

Si fa sempre più acceso negli Stati Uniti il dibattito su SOPA (“Stop Online Piracy Act”), una disposizione normativa che, stando a quanto dichiarato, dovrebbe fungere da strumento più efficace per la lotta alla pirateria digitale ma che secondo molti darebbe eccessivo potere ad aziende a privati.

Rupert Murdoch, fondatore e proprietario di News Corporation oltre che di un vasto numero di aziende specializzate nel settore dei mezzi di comunicazione di massa, ha lanciato un attacco frontale a Google.Google è leader in fatto di pirateria: distribuisce film gratuitamente e vende gli spazi pubblicitari costruiti intorno ad essi“, ha scritto Murdoch in un messaggio apparso su Twitter.
L’intervento del magnate australiano si inserisce fra le accese discussioni ancora in corso negli Stati Uniti in merito all’approvazione di SOPA (“Stop Online Piracy Act“), una disposizione normativa che, stando a quanto dichiarato, dovrebbe fungere da strumento più efficace per la lotta alla pirateria digitale ma che in realtà, secondo in giudizio di molti, pone nelle mani “degli aventi diritto” (aziende e soggetti privati) un potere che non dovrebbe loro competere. Tra i punti fissati dalla nuova legge vi sarebbero una serie di modalità che permetterebbero l'”oscuramento veloce” dei siti web ritenuti colpevoli di presunte violazioni del copyright.

Murdoch ha nuovamente voluto far sentire la sua voce rimarcando, dal suo punto di vista, la necessità di approvare in tempi brevi il SOPA anche in forza dell’apparente opposizione pervenuta dalla Casa Bianca. E accusa il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, di spalleggiare le aziende della Silicon Valley sulla base di intessi economici ma mettendo così in difficoltà chi produce contenuti.

Google ha rispedito le accuse al mittente spiegando che la società è in prima linea per combattere la pirateria online. I responsabili del colosso fondato da Larry Page e Sergey Brin citano, come esempio, i 60 milioni di dollari investiti nell’adozione di tecnologie in grado di combattere contro la pubblicazione di contenuti illeciti e la costante attività di rimozione dai propri database di quei siti web (5 milioni solo nell’ultimo anno) che si sono macchiati violazioni del copyright o che hanno messo in atto operazioni illecite.

Domani Wikipedia, come confermato dal CEO Jimmy Wales, parteciperà alla “serrata” che vede coinvolti centinaia di siti web, anche dai nomi altisonanti, e che ha come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sugli aspetti negativi contenuti nella normativa SOPA. La versione inglese di Wikipedia sarà resa completamente irraggiungibile per un arco di tempo pari a 24 ore. “Se dovesse essere approvato, il provvedimento rappresenterebbe una grave minaccia per l’Internet aperta e libera; introdurrebbe nuovi strumenti per censurare siti web internazionali rendendoli inaccessibili dagli Stati Uniti“, ha dichiarato Wikimedia Foundation in una nota ufficiale su Wikipedia.

Trevor Timm, uno dei membri della Electronic Frontier Foundation ha apprezzato le parole del presidente Obama: “ha messo dei paletti importanti spiegando che non offrirà alcun supporto a quelle normative che dovessero ridurre la libertà d’espressione, incrementare i rischi in materia di sicurezza digitale o tarpare le ali alla dinamicità ed alle innovazioni introdotte in Rete“.

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