Sony deve risparmiare 3 miliardi di dollari entro il 2006

Il piano di ristrutturazione illustrato dalla società mira al ritorno in tre anni a un profitto netto del 10% anche a fronte di una ristagno delle vendite. I principali provvedimenti riguardano la riduzione del personale di 20.000 unità e un accordo con Samsung per la produzione di schermi Lcd

28 ottobre 2003 L’imperativo è risparmiare per
raggiungere un profitto netto del 10% in tre anni. E per ottenere questo
risultato Sony è disposta a interventi drastici, come il
licenziamento di 20.000 persone (circa il 13% dell’attuale numero di
dipendenti). Tuttavia, il piano di ristrutturazione presentato dalla società è
piuttosto articolato e presenta diversi aspetti importanti, a partire da un
accordo con Samsung per la produzione di Lcd per arrivare
alla chiusura di 12 delle 17 fabbriche di tubi a raggi
catodi
per Tv e alla cessione delle aziende legate al settore
finanziario
.
 
Come detto, l’obiettivo è di assicurare per
il 2006 un profitto netto del 10%, indipendentemente da un potenziale ristagno
delle vendite (ricordiamo che le previsioni per quest’anno indicano un profitto
del 4%). Per raggiungerlo Sony intende in primo luogo risparmiare 3
miliardi di dollari
, risultato che verrà ottenuto sia tramite la
riduzione dell’organico (principalmente in ambito manufacturing) sia attraverso
una diminuzione sostanziale del costo dei materiali impiegati.
Questo comporterà una maggiore standardizzazione della produzione che avrà come
conseguenza una riduzione dei componenti utilizzati (da 840.000 a 100.000) e,
nel contempo, la riduzione da 4.700 a 1.000 del numero dei fornitori. Ma,
obiettano alcuni degli esperti, una tale decisione potrebbe influire in modo
sostanziale sulla differenziazione dei prodotti commercializzati, che potrebbero
avere strutture di base molto simili.


Una grande attenzione è posta da Sony nei confronti dei nuovi standard per i
display televisivi. La società giapponese, un tempo “star” indiscussa con la sua
tecnologia Trinitron, sta oggi soffrendo una concorrenza agguerrita e il ruolo
di leader non è più così scontato. In questo senso, ecco arrivare l’accordo con
Samsung (partecipazione al 50%), secondo costruttore di Lcd alle spalle della
joint venture Lg-Philips,  che è volto alla realizzazione di schermi di
settima generazione i quali dovrebbero rappresentare una sorta di standard nel
settore dei televisori. D’altra parte Sony e Samsung hanno previsto che la
richiesta di Tv a schermo piatto passerà dai 4 milioni di pezzi di quest’anno ai
14 milioni del 2005 per arrivare a i 30 milioni nel 2007. Un’occasione che le
due aziende non intendono assolutamente perdere.


L’elemento su cui Sony vuole comunque continuare a puntare sono i propri
ingegneri. La società ha pianificato di riunire i componenti delle divisioni
home e mobile in un’unica realtà per progettare da una parte nuovi chip per
computer e dall’altra dispositivi come cellulari, apparecchi mobile, televisori
e console per videogame. Riguardo quest’ultimo punto non va infatti dimenticato
che la divisione game è quella che sta attraversando il periodo più difficile,
con un calo delle vendite del 36%.


Sul versante delle attività legate al mondo finanziario, nella sua opera di
snellimento Sony ha deciso di dar vita a una holding che dal prossimo aprile
riunirà Sony Life Insurance, Sony Assurance e Sony Bank.

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