Dall’Osservatorio sull’imprenditoria femminile curato dall’Ufficio studi di Confartigianato emerge che le donne alla guida di piccole imprese innovative sono oggi il 22,5% del totale degli imprenditori specializzati italiani.
Secondo
l’Osservatorio sull’imprenditoria femminile curato dall’Ufficio studi di
Confartigianato, in Italia la
partecipazione femminile al mercato del lavoro rimane tra le più
basse d’Europa. Il tasso di inattività delle donne nel nostro Paese è del 48,9%, a fronte della
media europea del 35,5%. Peggio di noi fa soltanto Malta.
Tuttavia, l’Osservatorio
evidenzia che quella di fare impresa è sempre più un’occupazione femminile e le
donne si fanno largo anche in settori all’avanguardia e tradizionalmente
maschili.
Le imprenditrici
impegnate nell’high tech formano una pattuglia di 12.261 “pioniere” che si sono avventurate in
ambiti come la robotica, l’elettronica, la chimica farmaceutica, la produzione
di software e di apparecchiature di alta precisione, le telecomunicazioni, la
ricerca scientifica, la consulenza informatica.
Dall’Osservatorio
emerge che le donne a capo di piccole imprese innovative sono il 22,5% del totale degli imprenditori specializzati
nei settori high tech.
La frontiera dell’innovazione
tecnologica è stata conquistata anche da 3.904 imprenditrici artigiane che
hanno trovato terreno particolarmente fertile in alcune zone d’Italia.
Nella classifica stilata da Confartigianato,
le regioni e le province con la maggiore presenza di artigiane high tech sono
capitanate, nell’ordine, da Valle d’Aosta, Sardegna e Marche.
A livello provinciale, a trainare il gruppo delle aree territoriali con il maggior
numero di aziende artigiane ad alta tecnologia guidate da donne troviamo Novara, Sassari e Nuoro.