Sono 26 i candidati all’ European Tech Tour italiano

Per la prima volta in Italia l’iniziativa metterà in contatto aziende fortemente innovative alla ricerca di investimenti con i rappresentanti di venture capital, business angel, banche d’affari.

Parte da Milano la prima edizione italiana dell’European Tech Tour, un
evento che si propone di far incontrare nuove aziende o imprese che fanno
innovazione con società specializzate in investimenti nell’high tech sia nel
campo dell’It che del biotech.


In quattro mesi di lavoro gli
advisory italiani dell’European Tech Tour hanno selezionato 250 aziende grazie
anche a un cospicuo gruppo di autosegnalazioni di imprenditori interessati a
trovare risorse per le proprie idee e per le propei imprese. Poi è iniziata una
severa selezione che come ci spiega Roberto Italia, presidente dell’Italian Tech
Tour – è basata essenzialmente sui criteri che guidano le scelte di un venture
capital: «ci deve essere una idea innovativa, l’idea deve essere ben protetta
(copyright e brevetti), ci deve essere una management credibile capace non solo
di fare innovazione, ma anche di trasformare l’idea in attività produttive e
commerciali e ci deve essere un business model convincente. Superata questa
prima selezione si passa a esaminare le aziende più convincenti in
considerazione anche delle logiche di mercato nelle quale intendono operare e
del sistema di relazioni di cui dispongono.


Delle 250 imprese candidate 26
hanno superato tutti gli esami e parteciperanno al Tech Tour vale a dire che si
metteranno in “viaggio”. Dal punto di vista geografico si muoveranno da Milano a
Venezia, ma dal punto di vista delle relazioni il loro top management avrà la
possibilità di presentare aziende e idee a un gruppo selezionato di delegati di
imprese di investimento nel campo dell’alta tecnologia, gruppo costituito da
venture capital, business angel, ma anche da rappresentanti dei settori merger
& acquisition di importanti nomi dell’It e delle Tlc e da rappresentanti di
banche d’affari specializzati nel settore dell’alta
tecnologia.


Giuseppe Diomelli, fondatore e
presidente di Cdc nonché membro dell’advisory board di Tech Tour ha contribuito
alle fasi di selezione delle aziende segnalando imprese innovative. «Oggi più
che mai è necessario essere ottimisti – ha dichiarato -. Nel nostro Paese ci
sono realtà che fanno innovazione, ma che faticano a trovare le risorse
necessarie per dare una dimensione industriale al loro business e per fare lo
start up». Con questa iniziativa sarà possibile offrire una possibilità in più a
coloro che non trovano nelle rigidità del sistema bancario quelle possibilità
per costituire una impresa.


Mark De Simone di Cisco ha tenuto
a ricordare che anche i grandi nomi dell’It, del software e del networking sono
attivi nelle attività di financing di nuove imprese.


«Cisco investe 3.3 miliardi di
dollari in Ricerca e Sviluppo all’anno – tiene a precisare – ed è poi
impegnatissimo in una ricca serie di attività di scouting e di merger and
acquisition su aziende che fanno innovazione. Noi siamo tra i primi a guardare
con grande attenzione a chi fa innovazione».


La formula che sta lla base del
venture capital e del Tech Tour in generale è riassunta da Giacomo Marini della
Cir Venture: «L’Italia come sappiamo è il Paese delle piccole e delle medie
imprese. Il venture capital in un certo qual modo rappresenta un invito a
guardare in grande a darsi grandi obiettivi. Con il venture capital un
imprenditore parte dal presupposto che se la sua idea avrà successo sarà
proprietario di una piccola fetta di una torta molto grossa. Molto spesso si
preferisce suddividere il rischio con i soci limitando le opportunità di
sviluppo al fine di essere, in caso di successo, proprietari di una fetta grande
ma di una torta più piccola».


Nel passato era una scelta quasi
obbligata visto che il venture capital in Italia ha faticato e sta ncora
faticando molto a mettere radici.


Roberto Italia ci tiene poi a
precisare che «Il Tech Tour non è una vetrina di idee ma un punto di incontro di
realtà imprenditoriali che già sono operative sul mercato, che già hanno
dimostrato di funzionare e che desiderano fare un salto di qualità e pertanto
hanno bisogno di cospicui investimenti. Le 26 aziende selezionate hanno
fatturato complessivamente nel 2002 138 milioni di Euro e hanno dato lavoro a
175 persone».


 


 

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