Solvency II, la Basilea delle assicurazioni

Nel 2010 entreranno in vigore le regole che normalizzeranno il mercato europeo delle assicurazioni. Da una ricerca Unisys emerge che i lavori di adeguamento sono lontani dal partire. Urgono team di project management.

In riferimento alle attuali norme di solvibilità, le compagnie assicuratrici europee sono tenute ad accantonare una percentuale dei ricavi relativi a premi e liquidazioni come riserva contro i rischi. Attualmente si tratta di un coefficiente fisso che tende ad equiparare compagnie con caratteristiche diverse.

L’entrata in vigore delle norme Solvency II, nel 2010, imporranno di valutare e misurare i rischi tenendo conto anche dei potenziali rischi connessi, per esempio, all’investimento delle risorse raccolte a titolo di premi o all’eventuale disallineamento tra i tassi riconosciuti sulle polizze e i tassi relativi al portafoglio investimenti.

L’obiettivo della normativa è stabilire un framework in cui i requisiti di solvibilità siano allineati, creando un sistema di sicurezza calibrato sul profilo di rischio effettivo della singola impresa di assicurazioni in un contesto concorrenziale.
Le nuove regole, infatti, puntano, a razionalizzare il settore assicurativo europeo introducendo una legislazione trasparente e omogenea. Il nuovo quadro normativo, ovviamente, punta anche a garantire agli assicurati un’adeguata protezione e la garanzia per la fruizione dei diritti.

Unisys Belgium, allora, nei primi sei mesi del 2006 ha realizzato una ricerca per verificare lo status di attuazione del progetto Solvency II dalle compagnie assicuratrici di Belgio, Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Paesi Bassi, coinvolgendo 26 manager, fra Cfo e responsabili dei rischi.

I risultati emersi hanno evidenziato, purtroppo, che sta regnando una sottovalutazione delle procedure atte a raggiungere la conformità con Solvency II.
In particolare, il 65% delle aziende interpellate ritiene che, per raggiungere la conformità richiesta, è sufficiente implementare le procedure indicate dalla normativa in un arco di tempo che va da uno a tre anni. Il 70% degli intervistati sostiene che l’attuazione dei progetti Solvency II vedrà il coinvolgimento di 20 persone, al massimo.

Sebbene la percezione generale da parte degli intervistati è che Solvency II avrà sicuramente ripercussioni a tutti i livelli dell’impresa assicurativa, il top management risulta essere il meno preoccupato sugli effetti della normativa: il 56% del campione ha dichiarato, infatti, che attualmente i consigli di amministrazione non analizzano lo status dell’applicazione delle procedure finora adottare II e solo il 46% ha iniziato a valutare le possibili conseguenze di Solvency II sull’azienda.

Comunque sia, se vogliamo in contrasto con le dichiarazioni rilasciate, la ricerca rileva che la metà delle compagnie ha già costituito un team per analizzare l’impatto delle procedure implementate e il 61% ha nominato un senior risk manager che risponde direttamente al consiglio di amministrazione.

Ciò significa che l’implementazione di Solvency II dovrà essere seguita da un team di project management capace di valutare gli scenari in cui opera la compagnia assicuratrice. In particolare gli intervistati dichiarano che l’impatto maggiore riguarderà le policy di gestione del capitale, i sistemi e processi operativi e le riassicurazioni.

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