Solaris 10 si mette a caccia di “pinguini”

Prestazioni elevate, ottimizzazione generale tramite Dtrace e l’introduzione di un innovativo file system sono alcune delle novità inserite da Sun Microsystems nella nuova release del suo sistema operativo. La competizione oggi è tutta con Red Hat.

Il 15 novembre Sun Microsystems ha annunciato l’avvento della nuova versione del suo ambiente operativo. Le innovazioni apportate alla release precedente sono tantissime, oltre 600, per un costo di sviluppo complessivo valutato in ben 500 milioni di dollari. Una cifra che meriterebbe un elevato grado di approfondimento, per meglio comprendere dove siano stati investiti tali fiumi di denaro.


Solaris 10 è orientato ai data center e si distingue dai suoi predecessori per le elevate prestazioni: secondo Sun, un sistema sfruttato al 15-20% passa al 30-40% senza null’altro che l’aggiornamento. Questa predisposizione non è in contrasto con il rilancio della versione per x86, in quanto gli Amd Opteron, con la loro architettura a 64 bit, hanno reso conveniente l’ottimizzazione del classico codice e l’affiancamento dei rilasci delle versioni x86 e Sparc fin dall’inizio del prossimo anno.


Non si tratta d’un cambiamento di piccola entità: oggi oltre il 50% degli sviluppatori di Solaris lavora, infatti, su piattaforma x86.


Dal punto di vista tecnico è difficile scegliere solo alcune caratteristiche da commentare. Sicuramente, tra tutte, spicca soprattutto l’innovativo file system, lo Zfs, che risolve l’annoso problema dei database. Questa categoria di software è sempre più importante nei sistemi informativi, ma normalmente perde prestazioni proprio per la scarsa qualità dei file system e per la generale progettazione degli Os, poco orientata nella loro direzione. Spesso c’è, quindi, collisione tra gli obiettivi dell’uno e le metodiche dell’altro.


Per risolvere il problema Zfs è un file system anomalo, di tipo tran-sazionale, che non accede alle classiche risorse sottostanti (tipicamente il Volume Manager), ma accede direttamente al kernel. Ovviamente, dal punto di vista architetturale, Zfs mantiene l’assoluta compatibilità, andando a installarsi nella classica struttura di Solaris, quindi sotto il cappello del Vfs (Virtual File System).

Ottimizzazione on-the-fly


Grande rilevanza viene data all’ambiente di debugging denominato Dtrace. Il suo impiego permette l’ottimizzazione del codice durante l’esecuzione, quindi con carichi reali. Tale ottimizzazione, suggerendo piccoli aggiustamenti, raddoppia ulteriormente le prestazioni, raggiungendo, nei casi visti in precedenza, l’80% di sfruttamento del sistema. Generalmente l’uso di Dtrace richiede pochi minuti per identificare la presenza di processi mal condizionati o addirittura indesiderati, che possono essere immediatamente rimossi dall’esecuzione corrente. Ovviamente sia la loro rimozione dal codice eseguibile, sia un eventuale tuning approfondito, richiederanno tempi più lunghi e meno programmabili. Spesso, però, il vantaggio è immediato.


L’approccio di Dtrace è particolarmente interessante e può suscitare interesse anche al di fuori di Solaris, l’ambiente per il quale è stato pensato. Le ottimizzazioni indicate sono, infatti, direttamente correlate a risorse del sistema di Sun; alcune rilevazioni, però, indicano generici errori di progettazione del software o di comunicazione tra applicazione e sistema operativo, che possono essere determinati anche per codice che non va eseguito su Solaris stesso, ma magari sotto Linux o Windows (una volta ricompilato il sorgente). Per quanto riguarda Linux, in particolare, se le applicazioni sono eseguite all’interno del Lae (Linux Application Environment) Dtrace ha un funzionamento ottimale.


Tra le tante caratteristiche importanti di Solaris troviamo anche la sicurezza e la virtualizzazione dei server. La gran parte delle funzioni della versione Trusted di Solaris rientra anche nella versione classica. Inoltre, grande vantaggio viene dal ripensamento del sistema classico di attribuzione dei privilegi, che elimina concentrazione di poteri in utenti privilegiati più facilmente raggiungibili dagli hacker.


La tecnologia dei Containers, finora noti come N1 Grid Containers, può adesso creare oltre 8mila sistemi virtuali con una sola istanza del sistema operativo, al costo dell’1% in prestazioni.

Il nemico è "rosso"


Dal punto di vista commerciale, attualmente Sun si è riavvicinata a Microsoft, mentre lotta aspramente con Red Hat Linux. Costretta dall’antitrust, la casa di Redmond sta chiudendo le cause in corso, tra le quali spiccava quella con Sun. Ne fa parte uno scambio di tecnologie prevalentemente desktop del quale non è ancora dato sapere i dettagli. La competizione con il pinguino, invece, è piuttosto aspra, come sottolineato dai recenti spot pubblicitari. In particolare le azioni sono due: il Java Desktop e la gratuità di Solaris 10. Sotto il primo nome, che in nessun modo evidenzia delle X, c’è un’offerta basata su SuSe Linux, completata non solo delle varie applicazioni necessarie, ma, con un piccolo sovrapprezzo, anche dell’assistenza. Java Desktop è in vendita a poche decine di dollari al pezzo ed è stato scelto dal governo cinese, che ha acquistato 20mila licenze complessive. L’altra notizia è che Solaris 10 è gratuito. Il software può essere ottenuto direttamente dal sito. In questo modo si ritiene di avere una carta in più nella penetrazione di mercato, puntando per il fatturato su contratti di assistenza o successive vendite di hardware e servizi. Sun ha annunciato anche molte altre iniziative, che spaziano dal grid computing all’open source, alla strategia relativa ai microprocessori. Tutti argomenti su cui conta di offrire maggiori dettagli nei mesi a seguire.

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