Social network: influenzare l’influencer

Un’analisi di Gartner traccia l’identikit degli influencer nei social media: perché non tutti gli interlocutori sono uguali.

Che nei processi di marketing i social media non siano elemento da trascurare è un’idea che comincia a farsi strada all’interno delle aziende.
Tant’è chenegli ultimi tempi si sono moltiplicate le aziende che hanno attivato la loro presenza sui social network, dedicandovi persone e risorse.

Attenzione, però. Se è vero che non tutti i social media sono uguali, è altrettanto vero che non tutti gli interlocutori che sui social network si incontrano vanno indirizzati seguendo modalità e approcci univoci.

Ne è convinta Gartner, che proprio in questi giorni ha presentato i risultati di una ricerca condotta lo scorso semestre su 4.000 consumatori in 10 mercati chiave.
Scopo dell’indagine era tracciare una sorta di identikit dei diversi tipi di influencer, che possono condizionare sia la brand awareness sia le campagne di marketing virale.
E nella sua analisi, Gartner, ha identificato sei gruppi di utenti, quattro dei quali decisamente importanti nei processi decisionali del 74% della popolazione.
Nella prima categoria Gartner fa rientrare i cosiddetti Connector (Connettori), che svolgono una funzione ponte tra diversi gruppi sociali e tendono a presentare – e dunque connettere – le persone tra loro.
Il secondo gruppo è rappresentato dai Salesman (venditori), che hanno relazioni sociali estese e la cui caratteristica è quella di persuadere gli altri a comportarsi in un certo modo o a effettuare determinati acquisti. Non svolgono funzioni commerciali vere e proprie, ma quello del venditore è un tratto della loro personalità che li porta a convincere gli altri a compiere scelte guidate dalle informazioni da loro trasmesse.
Il terzo gruppo identificato da Gartner è quello dei Seeker e, come suggerisce il nome, sono persone che gestiscono i loro contatti con l’obiettivo di reperire le informazioni e gli skill di cui hanno bisogno nella loro vita quotidiana. Quando un Seeker effettua un acquisto, lo fa chiedendo consiglio agli esperti sui prodotti migliori, sui luoghi migliori e sui prezzi migliori.
È poi il turno dei Maven, degli esperti, ai quali le persone si rivolgono in cerca di consiglio e consulenza. Non giocano il ruolo dei persuasori, come i Salesman, e non si fanno scrupoli nel diffondere pareri negativi su prodotti, servizi o aziende.
Una quinta categoria è quella degli autosufficienti, che tendono a scoprire da soli le informazioni di cui necessitano. Non prestano particolare attenzione alle raccomandazioni altrui e risultano quasi impermeabili ad azioni di marketing virale.
C’è poi una parte di utenti che ancora non riescono a essere collocati nell’una o nell’altra categoria e che spesso nei loro comportamenti mostrano atteggiamenti discontinui.

Fermo restando il fatto che ci si trova ancora di fronte a un fenomeno in espansione e in evoluzione, Gartner sottolinea come Salesmen, Seker e Connector reagiscono piuttosto bene alle campagne di marketing, verso le quali gli autosufficienti sono in genere indifferenti.
Più delicato è avere a che fare con i Maven, che raccolgono informazioni ma tendono a condividerle se non dietro esplicita e specifica richiesta da parte di un altro utente.
Fondamentale, invece, sia con gli autosufficienti sia con i Maven il miglioramento della shopping experience, unico metro di valutazione di vero valore per loro.

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