SOA, un flusso di persone, processi e dati da governare

Ibm sta ricostruendo tutta l’offerta software attorno agli stessi obiettivi, con l’intento di indirizzare il business insieme alla tecnologia. E si comincia a parlare di governance

Sembra che l’argomento Service oriented architecture stia uscendo dall’ambito ristretto delle grandi realtà per fare capolino anche nella piccola e media impresa italiana. Questo sarebbe vero dal punto di vista dell’interesse, testimoniato anche dal coinvolgimento in atto della rete di business partner che lavorano con la Pmi. Di qui alle concrete implementazioni, dunque, non dovrebbe passare troppo tempo. Segnali in tale direzione sono stati raccolti da Ibm nella propria esperienza sul campo, quantificata in circa 1.800 clienti a livello mondiale in qualche modo collegati a un progetto SOA. L’interesse delle Pmi muoverebbe dalle possibilità del riutilizzo che la SOA abilita e dalla voglia di adottare tecnologie di integrazione più evolute. «Ci sono medie aziende con quasi 2.000 punti di integrazione tra un software e l’altro – spiega Stefano Stinchi, WebSphere Business Integration Sales Leader, Ibm South West Europe -. Si pensi al processo degli ordini, per esempio, che coinvolge gli agenti, lo stabilimento di produzione, le fatture, i resi. Tutti aspetti, questi, che fino a oggi sono stati gestiti con applicazioni dedicate e integrate punto a punto». L’investimento iniziale può essere superiore a un progetto di integrazione “tradizionale”, ma si ammortizza (secondo Ibm anche in sei mesi) con la riduzione dei costi di manutenzione, i vantaggi negli upgrade, la facilità nel gestire la crescita dei sistemi informativi.


Quanto alla maturità dell’offerta, con gli ultimi annunci Ibm ha reso evidente l’intento di convogliare l’intera proposizione (middleware, portale, sviluppo, gestione dati) sotto il cappello SOA: da WebSphere Portal 6.0 (contiene Ibm Workplace e la collaboration, supporta AJAX ed è integrato con WebSphere Process Server, la componente che “attiva” i processi) a WebSphere Business Monitor 6.0 (business alert, analisi storiche); dalla nuova versione dell’Application Server a WebSphere Commerce 6.0. Più in là arriverà il DB2 per le SOA, chiamato in codice Viper, che tratterà insieme dati relazionali e XML, mentre tra le aggiunte recenti si segnala WebSphere Service Registry, componente fondamentale per il recupero e il riutilizzo dei servizi.


Insieme, lo spettro di soluzioni tecnologiche dovrebbe focalizzare i cinque aspetti critici legati alla SOA: persone, processi e informazioni (tre aspetti legati al business), connettività e riutilizzo. In tutto questo scenario Ibm comincia a parlare di un concetto relativamente nuovo: la SOA governance, un insieme di metodologie, approcci e processi. Stinchi ha spiegato che la governance secondo Ibm indirizza quattro compiti fondamentali: «Definizione dei servizi da costruire, nell’ottica di realizzare componenti riusabili; vitalità, perché un servizio non deve essere statico, ma deve poter evolvere in virtù dei mutamenti architetturali; conformità, per costruire servizi che rispondano alle policy aziendali; comunicazione all’interno dell’azienda, perché se non c’è la percezione comune che esistono determinati servizi e che è possibile utilizzarli, il valore che può apportare la SOA viene assai ridimensionato».

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