Soa e i servizi Web alla base del “sistema Office”

Bill Gates ha illustrato a una platea di sviluppatori le novità della suite di produttività desktop, oggi decisamente evoluta. Un volo d’uccello sui temi caldi, dalla Service oriented architecture alle tecnologie di connessione applicativa, senza trascurare smart e thin client.

Con la prima edizione della Microsoft Office System Developer Conference, tenutasi di recente a Redmond, la società ha definitivamente sancito la trasformazione di Office da semplice suite di prodotti a piattaforma di sviluppo. L’evento, al quale hanno partecipato circa 800 partner e clienti, è stato disegnato da Microsoft in maniera da fornire all’ecosistema degli sviluppatori tutti gli strumenti e il know how necessari per costruire al meglio le proprie soluzioni sul nucleo tecnologico di Office System. Bill Gates sostiene che questa piattaforma pone le basi per trasformare le promesse dei "connected system", come la Service oriented architecture o gli smart client, in una realtà concreta.


Rendere Office la miglior piattaforma possibile. Questo è l’impegno che Microsoft ha preso nei riguardi dei propri clienti. E per farlo, secondo Gates, è innanzitutto fondamentale comprendere a fondo le modalità con cui le aziende svolgono il proprio lavoro, in modo da poter portare la comunicazione a un nuovo livello, aggregando informazioni che appartengono a "piani" differenti: è per questo motivo che oggi a Redmond parlano di Office System come di una "piattaforma connessa".


Usando le parole di Gates, la promessa è quella di un costante miglioramento in tutti quelli che oggi sono considerati imperativi di business, ossia "avvicinare gli utenti ai numeri, in modo che si rendano effettivamente conto di come va il business, metterli in condizione di definire nuovi prodotti e di collaborare sia all’interno che all’esterno dell’azienda ma, soprattutto, rendere possibile il raggiungimento delle informazioni in maniera semplice e intuitiva". Microsoft sta lavorando alacremente per mettere Office in grado di gestire al meglio il nuovo flusso digitale dell’informazione all’interno delle aziende. Secondo Gates, però, ci troviamo ancora a un terzo del percorso. Infatti, nel momento in cui si hanno tutte le informazioni a portata di mano, ci si trova a dover affrontare il problema dell’ interoperabilità. Si tratta di una questione complicata, che va affrontata su livelli differenti, a partire dagli stessi documenti di Office per arrivare fino ai problemi di piattaforma.

Interoperabilità via Xml


Lo scoglio principale in passato era rappresentato dalla movimentazione dei dati tra le macchine, scoglio che, con l’avvento e l’affermazione del protocollo Tcp/Ip, è stato ampiamente superato. Oggi, la nuova questione da affrontare è accertarsi, una volta che i dati sono passati da un computer all’altro, che questi bit abbiano significato per le applicazioni, che siano strutturati in modo tale da essere processati correttamente.


È questo, secondo Gates, il nuovo spazio in cui ci si deve muovere per risolvere il problema dell’interoperabilità. Il Chief software architect di Microsoft si è detto affascinato dal fatto che la soluzione a tale problema trovi le sue radici nell’Xml (eXtensible markup language), un formato di documento di cui la sua azienda, e altre società minori, avevano cominciato a parlare intorno al 1996. Negli ultimi nove anni, questo standard ha subito notevoli cambiamenti e oggi non abbraccia più unicamente la condivisione dei documenti, ma ha allargato il bacino di influenza sino allo scambio di dati eterogenei di qualsiasi tipologia. "Proprio per questa ragione – ha chiarito Gates – l’Xml ha avuto un notevole impatto su tutto ciò che Microsoft ha fatto in questo lasso di tempo. Office, in un certo senso, può dare la misura di questo fenomeno, basti pensare alla quantità di extensibility che Microsoft ha rilasciato nell’ultimo periodo, realizzandole interamente con Xml". Lo stesso approccio dei servizi Web altro non è che la creazione di un set di protocolli standard basati su Xml, utilizzabili per la movimentazione e il reperimento delle informazioni all’interno della rete.

Informazioni non strutturate


"Quando alla fine degli anni novanta Microsoft ha cominciato a lavorare su .Net – ha sostenuto il manager – l’obiettivo era proprio quello di riuscire ad avere Xml nel nucleo della piattaforma, per garantire l’implementazione dei Web service". Questi, secondo Gates, sono la risposta a una domanda che, in ambito It, ci si pone da sempre: può un software, su una certa macchina, dialogare con un programma che risiede su un altro computer, indipendentemente dal sistema operativo o dal linguaggio con cui è stato sviluppato? In campi come l’e-commerce, l’e-government, o nella gestione di sistemi eterogenei, l’importanza di questo tipo di connessioni è certamente evidente. Ma risulta ancora più lapalissiana nel mondo della Business intelligence, dove si ha a che fare con informazioni strutturate e non strutturate, che viaggiano da un capo all’altro della rete, e dove i decision maker hanno la necessità di essere avvertiti di ogni cambiamento in tempo reale, per gestire al meglio il business dell’azienda. Microsoft, oggi, dichiara che le specifiche dei nuovi Web service di alto livello sono agli ultimi ritocchi e il proprio team di sviluppo sta già lavorando per rendere disponibili a breve nuove runtime, per effettuare le chiamate di tali servizi. L’idea di Redmond è che, man mano che questi nuovi standard si rendono disponibili e la piattaforma Office si arricchisce, per molti dei clienti si affaccia la possibilità di semplificare il proprio ambiente di lavoro.

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