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Smart working, cambia il rapporto fra società e lavoratore

Se la tecnologia è la componente fondamentale dello smart working, il tema è tutt’altro che tecnologico.

Una sua estesa adozione va a toccare temi sociali, organizzativi ed economici, con ripercussioni su molti aspetti diversi, dal modello di business delle aziende alla qualità della vita dei dipendenti.

Questo perché lo smart working non è pensato solamente per soddisfare le necessità delle aziende.

Rappresenta un cambio di paradigma nel rapporto tra società e lavoratore, che si trova ancora di più al centro dell’attenzione, diventando il motore di questa evoluzione.

Si tratta di una trasformazione radicale, che non solo va a toccare il tradizionale rapporto di fiducia tra datore di lavoro e dipendente, ma impatta fortemente sulla flessibilità della struttura aziendale chiamata a rispecchiare in modo ancor più fedele le dinamiche sociali.

Già nella vita privata, osserva per noi Marco Fanizzi, VP e GM Emea di Commvault, ognuno di noi è abituato a operare su più fronti con diversi dispositivi, con modalità che possiamo sicuramente definire di multitasking.

Leggi la nostra guida alle soluzioni di smart working

È inevitabile per Fanizzi che questo tipo di approccio si trasferisca anche sul fronte professionale, con aspettative di grande flessibilità nei tempi e nei modi, comparabile a quella che viviamo privatamente ogni giorno. Non è un caso, sottolinea Fanizzi, che siano i lavoratori più giovani, i cosiddetti millennial, i primi fautori di questo approccio per molti ancora innovativo.

L’evoluzione organizzativa è radicale, tanto che cambierà anche il modo di misurare la prestazione dei lavoratori.

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Marco Fanizzi, VP e GM Emea di Commvault

Idc prevede un graduale passaggio dai tradizionali KPI (Key Performance Indicator) ai KBI (Key Behavioral Indicator), metriche moderne non legate esclusivamente alla produttività, ma anche a fattori meno quantitativi e più qualitativi, relativi ad esempio al livello di collaborazione o alla capacità di soddisfare le richieste del business.

Lo smart working per Fanizzi può essere un elemento chiave per le aziende che intendono evolversi nel segno della flessibilità, mettendo il lavoratore al centro di processi sempre più personalizzati, costruiti su misura di dipendente e cliente.

Una spinta forte verso l’adozione dello smart working, come quella che stiamo vivendo, può stimolare la discussione in merito, dando maggiore visibilità ai benefici che offre, ma anche agli aspetti che restano ancora da regolamentare.

Oggi più che mai lo smart working rappresenta un’opportunità per le aziende che intendono guardare in avanti e diventare davvero a prova di futuro, senza dimenticare nemmeno per un attimo i benefici sperimentabili già nell’immediato.

Leggi la nostra guida alle soluzioni di smart working

 

 

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