Silicio: fonderie agli sgoccioli

Malgrado l’impegno da parte delle "fonderie" dedicate (le fabbriche di componentistica al semiconduttore conto terzi), che dovrebbero più che raddoppiare la loro produttività complessiva nell’arco del prossimo biennio, il 2003 r …

Malgrado l’impegno da parte delle "fonderie" dedicate (le fabbriche
di componentistica al semiconduttore conto terzi), che dovrebbero più
che raddoppiare la loro produttività complessiva nell’arco del
prossimo biennio, il 2003 rischia di essere un anno caratterizzato da
una grave penuria di capacità produttiva. E in determinati segmenti
del mercato del silicio, le difficoltà potrebbero verificarsi ben
prima di quel termine. Le pessimistiche conclusioni sono quelle di
uno studio appena pubblicato da Semico Research, un istituto
specializzato di Phoenix, in Arizona. Secondo Semico le fonderie
specializzate prevedono un incremento del 50% nella capacità di
trattamento misurata in superficie di wafer di silicio entro il 2001
e di un altro 50% entro il 2002. Il termine fonderia dedicata indica
quelle strutture che producono componentistica per conto delle
aziende "fabless", che si limitano a progettare i chip ma non
dispongono di capacità produttiva diretta. In corrispondenza del
forte boom di questo tipo di operatori, le fonderie dedicate come la
Taiwan Semiconductor Manufacturing hanno fatto registrare incrementi
di crescita del 1000% dal ’91 al ’99. Un aumento che prosegue sulla
spinta di una richiesta cresciuta quest’anno del 40% rispetto al ’99,
grazie soprattutto al mercato dell’elettronica di consumo e delle
telecomunicazioni digitali. Le aziende "fabless" rappresentano però
appena il 20% del mercato dei semiconduttori, dominato dai cosiddetti
Integrated device manufacturers come Lucent, Motorola e National
Semiconductors. Sono proprio queste ultime a sfruttare le risorse
delle fonderie indipendenti, determinando una situazione di
saturazione.

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