Sicurezza? Una questione di respiro

M2M, ma anche auto o abitazioni, sono il vero multipiattaforma del presente. Serve una visione sistemica della sicurezza: a colloquio con Scott Totzke di Blackberry.

Il percorso di valorizzazione delle qualità di Blackberry continua nel nome di John Chen, il manager che ha preso le redini dell’azienda lo scorso novembre.
L’attuale strategia è nel nome dei sistemi e dei servizi. L’azienda non è più un colosso da 20 miliardi di dollari di fatturato: l’anno fiscale terminato a marzo 2014 ha portato 6,8 B$ (11 l’anno prima), dei quali 0,97B nell’ultimo trimestre. Ha comunque un gran presente, nel quale crede non solo Chen, ma anche Scott Totzke, Senior Vp del Security Group.

Con Totzke abbiamo parlato di sicurezza mobile, su device tradizionali ma non solo. “La sicurezza è come l’ossigeno nell’aria: la dai per scontata, ma poi se manca si blocca tutto e pensi solo al prossimo respiro”, ha sintetizzato il Vp Security di un’azienda che della sicurezza ha fatto una bandiera.
L’eterogeneità e la complessità sono oggi forse la base da cui partire per affrontare i sistemi Ict. Dal consolidamento sta emergendo una minaccia e molte componenti condivise sono nel mirino dei malware, aveva affermato Totzke alla International Cybercrime Conference di Abu Dhabi, lo scorso 2 aprile. Il secure workspace lo vediamo da un punto di vista consumer”, ci ha detto Totzke; “con l’attuale livello di eterogeneità serve un diverso security model”. L’approccio dev’essere allargato ed aperto: “stiamo lavorando molto con community open-source e di altro ruolo nell’industry”, ha detto il manager, riferendosi all’eliminazione di tanti rischi oggi ancora presenti nell’apertura di pagine web, nella visione di immagini o video e in tutte le operazioni di compressione e decompressione.


Software update per auto e case

Un mercato sul quale Blackberry punta molto è il M2M, machine to machine. Operare sulla comprensione tra macchine nasconde insidie e minacce molto forti: come state operando in questa direzione?
“Si può vederla su molti livelli”, ha detto: “le macchine parlano tra di loro già oggi, ma c’è molto da fare: comunicazioni dirette per upgrade, disabilitazione di funzioni come può essere il blocco in caso di furto” e molti altri casi. “Siamo già nelle auto”, conferma Totzke. E quello che vale per l’auto, vale anche per la casa.


L’attività è security enabled

L’attuale strategia di Blackberry è solution centric, quindi un insieme di software, soluzioni e ovviamente hardware. “E’ in arrivo molto nuovo hardware del quale non posso parlare oggi”, annuncia il manager, “tutto validato con il nostro security model, che resta lo stesso”.
“Security enabled, ecco come vediamo l’attività aziendale e governativa”, un approccio con il quale implementare la sicurezza non è un impedimento. Si pensi a funzioni quali disabilitare fotocamera o microfono, oppure mandare messaggi push di tipo corporate, sullo stesso dispositivo sul quale si seguono Twitter e Facebook.
Queste conoscenze e tecniche sono già patrimonio di Blackberry. “Il nostro lavoro oggi è più come trovare il miglior modo per dare all’amministratore il controllo sui pezzi del device, e ci sono molte opportunità per farlo sempre meglio”.


Il privacy impact delle applicazioni

La messaggistica tradizionale, una volta complessa da monitorare, è oggi controllabile. Emergono però nuove forme di comunicazione quali le chat dirette o l’in-game chatting, il cui uso improprio crea allarme sociale tanto grande quanto incontrollato. Dal suo punto di vista, certamente privilegiato, cosa ci può dire?
“Guardiamo a ciò che accade nel computer o tablet di famiglia, ma non pensiamo a contenuti e connessioni nei videogames o altrove”, generalizza. “Noi stiamo lavorando molto sul privacy impact delle applicazioni, per classificarle e verificarle su tutte le piattaforme”.

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