Sicurezza gestita solo a parole?

Gli italiani fanalino di coda nella sottoscrizione di Mss, secondo una ricerca europea di VeriSign

VeriSign rende noti i risultati di una ricerca condotta su 400 It manager europei, tesa a verificare la percezione e il reale utilizzo dei servizi di sicurezza gestita (Mss).

Il campione dell’indagine è rappresentato da Cio e manager It italiani, spagnoli, inglesi e francesi.

Dallo spaccato del campione dei manager nostrani emerge che il 70% degli intervistati ha evidenzato l’importanza di assicurare una valenza strategica ai programmi di sicurezza.
Questi ultimi devono, secondo gli stessi interlocutori, includere la gestione e il monitoraggio H24 delle minacce, accanto a forme di security intelligence che consentano di proteggersi meglio riducendo i tempi di chiusura delle “falle” di sicurezza.

L’Italia risulta indubbiamente fanalino di coda rispetto agli altri paesi del Vecchio Continente per quanto riguarda il reale sviluppo di servizi di sicurezza gestiti.
L’87% degli intervistati, infatti, dichiara di non avere al momento ancora attivato l’outsourcing su queste aree del sistema It.

«Pur riconoscendo un ruolo strategico ai Mss – commenta Lorenzo Grillo, country manager di VeriSign Italia – gli intervistati italiani hanno elencato, in ordine di importanza, alcuni elementi, mostrando che i problemi più sentiti sono le frodi e le intrusioni».

I firewall gestiti sono visti come l’elemento più importante da esternalizzare per l’81% degli intervistati italiani, seguito dai sistemi gestiti di rilevamento delle intrusioni (66%), dai sistemi gestiti di allerta (50%), dalla rete privata virtuale gestita (50%), dai servizi di protezione (47%) e di gestione delle vulnerabilità (43%).

I responsabili nostrani, infine, hanno confermato l’importanza dell’adeguamento alle normative come spinta decisionale sui progetti di sicurezza It. Infatti, il 69% degli intervistati ha dichiarato che la conformità influenza pesantemente la propria strategia It in ambito sicurezza, contro il 57% dei francesi, il 52% degli spagnoli e il 36% degli inglesi.

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