Si scatena la battaglia sui server Unix di fascia media

Ibm e Sun hanno lanciato, quasi in contemporanea, alcuni sistemi che si concentrano sul medesimo segmento. Se la prima cerca di guadagnare nuove quote di mercato puntando sul prezzo, la seconda, per una volta, sembra far leva soprattutto sulle prestazioni.

Sembra sempre più concentrarsi sul binomio Sun-Ibm (Hp permettendo, naturalmente) la battaglia per la leadership di mercato sul fronte dei server Unix. Quasi in contemporanea, sono arrivati, infatti, annunci di nuove macchine Risc-Unix di fascia media, destinate, per entrambi i costruttori, alle medie aziende o ai dipartimenti delle grandi imprese.


Ibm ha appena presentato il p670, un server che può accogliere fino a 16 processori Power4 e fino a 128 Gb di Ram. Alle caratteristiche tecniche, l’azienda aggiunge questa volta anche l’argomento del prezzo come attrattiva commerciale. Una configurazione con quattro processori, due dischi da 18,2 Gb rimpiazzabili a caldo e un lettore di Cd-Rom/Dvd-Rom, viene infatti posizionato poco sopra i 200mila euro. Di fatto, la macchina riprende l’architettura usata per i p690 Regatta, con la variante dell’impiego dei Power4 a 1,3 GHz e l’integrazione di tecnologie fino a oggi disponibili solo su macchine di classe mainframe. In particolare, è per esempio possibile costruire da una a sedici partizioni logiche, permettendo così di far funzionare diversi "blocchi" di sistemi Unix o Linux. L’intento, secondo Ibm, è aiutare le imprese a consolidare i loro server in un’unica macchina, al fine di risparmiare sui costi di manutenzione, implementazione e sicurezza.


Spingendo in modo inedito sui prezzi, Ibm vuole chiaramente guadagnare quote di mercato sul segmento Unix di fascia media, in opposizione ai concorrenti Sun e Hp. "Nel quarto trimestre del 2001, nella zona europea e sul mercato dei server Risc-Unix, Big Blue ha realizzato circa il 75% del proprio fatturato sulla fascia alta – ha notato Karen Benson, analista del Gartner Group -. Il modello p670 punta a guadagnare parti di mercato in un settore dove Hp e Sun sono ancora in vantaggio".


In un contesto economico difficile per i propri principali clienti (le telecom company e i servizi finanziari), Sun ha risposto alla rivale con il Sun Fire 12000 (conosciuto in codice come Starkitty), un server definito dallo stesso costruttore come "un midrange ultraperformante, che corrisponde a un nuovo ingresso nel segmento high end". La proposta va, in effetti, a coprire un buco nell’offerta Sun. I Sun Fire 3800, 4800 e 6800, infatti, arrivano a un massimo di 24 processori UltraSparc, mentre lo StarCat, top di gamma, arriva a 72 processori UltraSparc III. L’ultimo arrivato si colloca nel mezzo, pur prevedendo aggiornamenti futuri che gli consentiranno di raggiungere il livello prestazionale degli StarCat. Come Ibm, anche Sun offre la possibilità di partizionamento logico, ma vi aggiunge quello fisico. "Con l’arrivo, il mese prossimo, di Solaris 9, i nostri clienti potranno anche operare un partizionamento applicativo, per ottenere una maggiore granularità nell’erogazione delle risorse delle nostre macchine", fanno sapere i tecnici di Sun.


Malgrado gli ultimi due trimestri siano stati difficili, l’azienda californiana tiene per ora la leadership nei server Risc-Unix. Nel 2001, il mercato ha raggiunto, in Europa, i 7,1 miliardi di dollari in valore, secondo quanto stimato da Gartner. Sun può contare su uno share del 32%, contro il 29% di Hp e il 19% di Ibm. Hewlett-Packard non ha comunicato aggiornamenti recenti, ma aveva provveduto lo scorso anno a un significativo rinnovo nella fascia media, con gli rp7410 e gli rp8400 (tra l’altro, già con partizionamento logico, fisico e applicativo).


A medio termine, lo cose potrebbero cambiare con l’arrivo dell’architettura McKinley di Intel, che consentirebbe, fra l’altro, di far girare applicativi Windows e Unix sulla stessa macchina. Hp e Ibm hanno già dichiarato di voler adottare il nuovo chip su questo segmento di server, mentre Sun pare intenzionata a conservare la propria architettura UltraSparc, sostenendo che il supporto simultaneo di applicazioni Windows e Unix obbligherebbe a utilizzare due specialisti, anziché uno solo, per l’amministrazione.

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