Shark Tank, le start-up in Tv

E’ partito anche in Italia Shark Tank, il programma dedicato alle start-up che cercano finanziamenti anche seri. Lo ospita Italia Uno, il giovedì in prima serata a partire dalle 21.10. Due sole le puntatone, il 21 e 28 maggio.
Il format iniziale è il giapponese Dragon’s Den (2005), poi raddoppiato come Shark Tank in Australia e negli Stati Uniti. Persone, start-up o aziende già attive da tempo chiedono finanziamenti in cambio di quote della società da sviluppare. Uno o più “squali” aderiscono da soli o in società, e ci può essere una trattativa rispetto alla richiesta iniziale.
I cinque giudici sono Gianluca Dettori (dPixel, ma prima Vitaminic), Fabio Cannavale (lastminute.com), Luciano Bonetti (Foppapedretti), Giampietro Vigorelli (pubblicitario) e purtroppo una sola donna, Mariarita Costanza (Macnil, Gruppo Zucchetti). La composizione è ampia e molto ben articolata per tipologia, preparazione e portafogli.

Dalla polenta al nanotech

Le attività presentate sono le più svariate e le idee della prima puntata sono state molto interessanti. Forse le più belle sono state PolentOne e Airlite. PolentOne è un franchising con tutto il necessario per fare della polenta uno street food, con tanto di distributore. L’ideatore, Marco Pirovano, ha chiesto ed ottenuto una cifra sinceramente irrisoria, ovvero 30 mila euro per il 10% delle quote. Ha avuto più richiesta dagli squali, ma ha scelto Dettori che ha citato il mercato americano, nel quale Pirovano crede molto. Per completare la gestione del franchising questa cifra dovrà sicuramente essere corroborata in fasi successive. “E’ da Expo, questa!”, ha commentato entusiasta Vigorelli, assaggiando la polenta da strada: lo prendiamo come suggerimento promozionale e immaginiamo che ci arriverà davvero.
Dall’altro estremo del finanziamento, Airlite è una vernice nanotecnologica che ricevendo luce elimina gli inquinanti dell’aria fino a circa il 90%. Gli ideatori, che hanno una società ben attiva, hanno chiesto ed ottenuto da Vigorelli ben 750 mila euro per il 3% delle quote.

Poche shares ma… share alto

La prima puntata è stata molto interessante. Al di là dei singoli casi, infatti, per essere la prima volta si è presentata già matura per piacere sia al pubblico esperto, sia al un più generale pubblico delle reti generaliste. Nel contesto specifico la durata appare esagerata (due ore sono difficili da digerire), ma in questo ci viene in aiuto lo streaming on-line del servizio Rivideo di Mediaset.
Un aspetto che speriamo di vedere incrementato è la didattica: la presenza di errori di presentazione o di flusso va evidenziata più spesso. In questa prima puntata c’è stato un solo esempio chiaro (la necessità di fare il pivoting che Cannavale ha proposto ad Amore perfetto) e un certo numero di osservazioni più o meno di tutti gli squali, ma in poche parole e quindi non ben spiegati.
Va detto che si sono manifestati alcuni sgradevoli aspetti da talent show puro, quale Shark Tank non è. Alcuni casi erano dichiaratamente inadatti ad affrontare dei finanziatori reali, come spesso accade nella miriade di premi e premiucoli che tanto affliggono le tante idee in cerca di strutturazione. Immaginiamo che sia il prezzo da pagare ad una messa in onda in prima serata: è stato un tentativo coraggioso dal quale ci si attendono figli e figliastri, visto che l’auditel ne ha rilevato lo stesso share di Virus (6,4%) e molto di più di Announo (4,83%).
Per vedere se andrà bene anche la seconda puntata non resta che attendere giovedì 28.

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