Sgi ha presentato una propria versione dell’architettura Numa, battezzata NumaFlex e destinata a costituire la base dei futuri sviluppi in materia di server (Origin 3000) e workstation visuali (Onyx 3000). Rispetto ai tradizionali nodi di supercomputin …
Sgi ha presentato una propria versione dell’architettura Numa,
battezzata NumaFlex e destinata a costituire la base dei futuri
sviluppi in materia di server (Origin 3000) e workstation visuali
(Onyx 3000). Rispetto ai tradizionali nodi di supercomputing, Silicon
Graphics ha introdotto il concetto di "mattoni", ossia componenti che
possono essere aggiunti in caso di necessità. Cpu, I/O o elementi per
la grafica ne fanno parte.
L’architettura è per ora scalabile fino a 512 processori, ma è negli
intenti di Sgi salire fino a 2.048 vie. Un sistema 3200 contiene, di
base un "mattone C" (la Cpu) e un "mattone I" (l’I/O). Il primo è
composto da processori (minimo due) Mips R12000 a 400 MHz e 512 Mb
di Ram, mentre il secondo offre due unità disco Fibre Channel,
Dvd-Rom e cinque slot Pci. La scalabilità di ciascun mattone è fino a
8 Cpu, 16 Gb di memoria e 17 slot I/O. Il prezzo parte da 50mila
dollari.
I successivi modelli 3400 (tanto Onyx quanto Origin) scalano fino a
32 Cpu, 64 Gb di Ram e 88 slot I/O. Esiste poi il top,
contraddistinto dal numero 3800, con 1 Tb di memoria e petabyte di
storage.
é previasta anche la costruzione di "mattoni C" basati su Itanium
Intel, nonché futuri upgrade a Mips R14000 e 16000, anche di tipo
dual core. In tutti questi casi, l’architettura modulare non obbliga
l’utente a comprare nuovi sistemi, buttando quelli sin lì utilizzati.
Altri mattoni disponibili comprendono il "P", per la connessione Pci
(fino a 12 slot) e il "G", ovvero il motore grafico Infinite Reality
di Sgi. Possono essere aggiunti ulteriori mattoni con dischi e
router. Verrà utilizzato il sistema operativo Irix per le macchine
Numa basate di Mips, mentre quelle Intel faranno leva su Linux.
Con questa novità tecnologica, il costruttore californiano spera di
risollevarsi da una situazione deficitaria più che preoccupante. Il
quarto trimestre si è chiuso con una perdita di 608 milioni di
dollari (anche se comprensiva di un cospicuo carico fiscale una
tantum), ovvero una cifra più alta del fatturato, arrivato a 534
milioni di dollari. Oltre che sulle macchine, il tentativo di
riscatto poggia sulle spalle di Hal Covert, nuovo direttore
finanziario arrivato a sorpresa da Red Hat.
Sgi beneficerà anche di un ruinforzo produttivo derivante
dall’acquisizione del business workstation di Intergraph, nel quale è
inclusa la linea Zx10 di ViZual workstaton e server. Intergraph esce
così definitivamente dal mondo della produzione hardware e ora
rivenderà i prodotti appena ceduti, oltre a quelli di Sgi, in
particolare i modelli di Visual workstation 230, 330 e 550, in
ragione di un valore pattuito sui 100 milioni di dollari nei prossimi
tre anni.