Sette punti per un’Italia digitale

In un documento indirizzato a Governo e Parlamento AgCom sollecita l’adozione di una agenda digitale per il Paese. Al ministro per lo Sviluppo economico la regia e sette punti da realizzare: dall’alfabetizzazione alla promozione dell’Nfc, alle transazione online per le Pmi fino al telelavoro.

È un programma articolato, in sette capitoli, quello presentato nella giornata di ieri dall’AgCom a Governo e Parlamento.
Un programma che racchiude in sé un pacchetto di misure indirizzate alla modernizzazione del Paese con l’obiettivo di dare concretezza a una vera a propria agenda digitale attuabile soprattutto in vista della prossima presentazione delle misure governative a stimolo della crescita.

”L’ltalia è un Paese che si sta digitalizzando troppo lentamente – lungo un percorso del tutto peculiare – si legge nella nota – e dove ancora non si pensa digitale. Questa mancanza di prospettiva – che accomuna imprese, istituzioni e consumatori – si traduce in deficit di interventi mirati in settori diversi, anche separati da un punto di vista industriale dalla filiera propriamente lct; il che in pratica rallenta anziché agevolare il passaggio al digitale”.
E nel momento in cui l’Europa si è dotata da tempo di un’agenda digitale, con obiettivi fissati al 2020, è importante che anche il nostro Paese intraprenda delle azioni che lo aiutino a colmare il ritardo fin qui accumulato.
Agcom sottolinea come nel nostro Paese ”per lo più l’utilizzo di internet si concentra nella funzione di ricerca, di scambio di informazioni e di comunicazione attraverso i social network; molto basso invece è l’utilizzo di internet per funzioni produttive. ll commercio elettronico è poco sviluppato, l’ltalia è agli ultimi posti in Europa per la diffusione dell’e-banking, le piccole e medie imprese italiane […] non utilizzano internet per l’e-commerce o per la fatturazione elettronica; […]domanda e offerta (pubblica e privata) non vedono ancora convenienza nella produzione e fruizione di servizi digitali. Non a caso il peso di internet nel PIL italiano è ancora al 2,5% contro, ad esempio,il 7% dell’economia inglese”.

Premessa dunque la necessità di una agenda digitale, da intendersi come ” strumento olistico di politica industriale che permette alle istituzioni di prevedere una serie di azioni coordinate per far crescere l’economia digitale”, è importante stabilirne fin da subito la regia.
Qui AgCom non ha dubbi: così come in Europa la responsabilità dell’agenda digitale è nelle mani del Commissario Neelie Kroes, in ltalia il ruolo deve essere affidato al Ministro dello sviluppo economico al quale spetta il compito di indicare la road map per raggiungere gli obiettivi.

Il piano dei lavori, che AgCom precisa essere costituito da “misure di promozione a costo zero – o comunque diverse dagli investimenti diretti”, si articola, come anticipato, in sette capitoli.

1) Migliorare l’alfabetizzazione digitale
Poiché l’analfabetismo digitale frena la crescita economica e la diffusione della cultura e delle informazioni, AgCom sottolinea l’importanza di potenziare l’insegnamento dell’informatica a tutti i livelli, di prevedere facilitazioni alla disponibilità di strumenti digitali per le fasce meno abbienti della popolazione, di promuovere la fruizione di servizi digitali semplici e semplificati per le generazioni più anziane.

2) Promuovere le transazioni online
In questo caso, l’approccio deve essere in primis culturale: deve passare il principio per cui la digitalizzazione è un’opportunità e non un costo per il cittadino”, sul quale deve gravare solo il costo di accesso alla rete e non un onere in termini economici o di qualità del servizio per poterne fruire in modalità digitale.
Si sollecita dunque l’adozione di tecnologie cloud per i servizi della PA, garantendo la piena interoperabilità e ”fornendo al primo accesso ai servizi pubblici digitali un account cloud (profilo digitale) ad ogni cittadino, che non obblighi alla duplicazione dei dati e delle informazioni richieste”.
Non solo. L’AgCom sollecita tempi certi per l’introduzione dell’identità elettronica e della cartella clinica elettronica, l’implementazione della possibilità di pagamento dell’imposta di bollo in via elettronica nonché l’adozione di processi di open data per favorire il riutilizzo dei dati pubblici.

3) Promozione dello moneta elettronica ed e-commerce
Considerata la diffusione dei telefoni cellulari e degli smartphone nel nostro Paese, l’AgCom suggerisce lo sviluppo della tecnologia Nfc per applicazioni di monetica, magari introducendo l’obbligo di installazione di Pos Nfc per gli uffici postali ed i fornitori di servizi locali.
Non solo.
Potrebbe essere utile ripensare al regime Iva al fine di incentivare le Pmi ad operare on-line”

4) Promuovere la realizzazione delle reti di nuova generazione
AgCom parla della necessità di creare un giusto mix fra tecnologie fisse e mobili, per migliorare la diffusione delle reti a larga banda. Importante è evitare le duplicazioni di infrastrutture essenziali e promuovere invece forme di collaborazione fra i diversi operatori per arrivare ad una piena copertura del territorio.
AgCom ipotizza l’introduzione dell’operatore di palazzo, ruolo che viene riconosciuto al primo operatore che realizza i segmenti terminali e che dunque ha il controllo su un collo di bottiglia essenziale per la concorrenza fra operatori nella fornitura di servizi retoildi accesso in fibra.
Necessario è poi semplificare e armonizzare le procedure amministrative per la stesura di reti di nuova generazione.

5) Migliorare l’utilizzo dello spettro radio
AgCom considera lo spettro radio motore di sviluppo per l’economia e risorsa di notevole valore economico. Per questo sollecita l’adozione di un programma di gestione dello spettro-radio armonica rispetto a quella già adottata dall’Unione Europea.

6) Favorire la circolazione dei contenuti digitali
In questo caso AgCom si riferisce esplicitamente alla distribuzione dei contenuti che deve essere garantita sia secondo modalità tradizionali, sia via Internet.
Sollecita dunque una revisione del sistema dei diritti e delle esclusive che favorisca la promozione di un sistema dei media aperto e concorrenziale.
Per sé AgCom chiede maggiori poteri in materia di rilevazioni degli indici di ascolto e di diffusione dei diversi mezzi di comunicazione.

7) Promuovere un uso sociale della tecnologia
Anche in considerazione dell’innalzamento dell’età pensionabile e dei maggiori costi sociali a esso correlati, AgCom invita alla promozione del telelavoro, che ”può offrire benefici notevoli in termini di flessibilità di impiego del personale, riduzione dei costi operativi e aumento della qualità della vita”.
Si accenna poi al teleconsulto e all’adozione dell’Ict nella sanità e alla necessità di investimenti in quest’ottica sia nel pubblico sia nel settore privato, menzionando “la prestazione di lavoro subordinato mediante telavoro nel codice civile”.

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