Servizi It: l’offshore non cambia gli equilibri

E’ il fenomeno di cui tutti parlano, destinato a continuare ancora a lungo. Ma ancora non riesce a raggiungere un impatto tale da alterare le dinamiche in atto tra i “soliti” grandi nomi.

23 giugno 2004 I dati preliminari rilasciati da
Gartner sul mercato dei servizi It
mondiale
 mostra una crescita pari al 6,2% nel
2003, arrivando a toccare i 569 miliardi di dollari, laddove
l’anno precedente si era fermato a quota 536.
Ma, questo è il dato più
significativo, nonostante il sempre più frequente e massiccio ricorso
all’outsourcing offshore, poco cambia negli equilibri
esistenti,
sia per quanto concerne le geografie, sia per quanto
concerne i fornitori.
L’analisi sottolinea infatti come le società americane,
Ibm in testa, tuttora guidino il comparto, attirando il 59% della spesa
complessiva.
Se si vuole, l’effetto offshore si vede in qualche misura
in India, che anno su anno registra una crescita del 29%, pur
restando sempre marginale, con una share dell’1,4% rispetto al mercato
mondiale.
India e Stati Uniti si trovano accumunati nella loro capacità di
esportare i servizi erogati, tanto che in India la bilancia commerciale vede il
92% del valore esportato verso mercati esteri e solo l’8% diretto al mercato
nazionale.
Una capacità questa che non si riscontra in altre geografie, dove
le società fornitrici di servizi It tendono a operare sui loro
mercati interni.
Nella valutazione complessiva del comparto non si
può tralasciare l’effetto monete, particolarmente evidente
nella regione Emea.
Se il mercato nordamericano ha messo a
segno una crescita dell’1,1%, il mercato europeo ha risposto con un decisamente
più interessante +11,8%. Questo risultato, tuttavia, tradotto in moneta locale,
vale a dire in euro, si trasforma in un calo del 4,3% rispetto al 2002,
condizionando dunque in modo piuttosto pesante la valutazione complessiva
dell’andamento regionale.
Nell’area dell’Asia Pacifico,
invece, Gartner parla di una crescita del 10,3%, registrata in modo particolare
nella seconda metà dell’anno, una volta mitigati gli effetti dell’epidemia
di Sars sull’economia della regione.
E anche in questo caso, però, c’è da
registrare l’impatto della moneta locale rispetto alla debolezza del dollaro,
che porta a rileggere in una chiave al ribasso l’andamento complessivo del
comparto.
Quanto ai fornitori, fermo restando che stiamo parlando di un
mercato estremamente polverizzato, nel quale la voce “altri
fornitori” pesa per il 74,2%, Ibm resta al primo posto, con una
share del 7,5% e un giro d’affari di 42,6 miliardi di dollari.
Ben distaccata
al secondo posto Eds, con una share del 3,7% e un fatturato di oltre 21 miliardi
di dollari.
Fujitsu, Conmputer Sciences, Hp e Accenture seguono tutte a
ruota, con lievi scarti rispetto all’anno precedente e tutte nell’orbita dei 12
miliardi di dollari.

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