Sempre più lento il ritmo degli investimenti in It aziendale

A fronte del costante rallentamento della spesa It americana e ai segni di un’analoga crisi in corso in Europa, il futuro a breve termine per i produttori appare sempre più grigio.

A fronte del costante rallentamento della spesa informatica americana su un esteso fronte di applicazioni e prodotti, e ai segni di un’analoga crisi in corso in Europa, il futuro a breve termine per i produttori appare sempre più grigio. Lo afferma la società di ricerche e consulenza Global Touch, che ha appena pubblicato l’edizione autunnale della sua periodica inchiesta Channel Tracker. Oltre il 60% delle aziende contattate hanno parlato di stime di fatturato inferiori alle aspettative e oltre il 90% di queste sono localizzate negli Usa, dove le curve di vendita sono piatte o addirittura inferiori a quelle del secondo trimestre. La vendita di piattaforme server Unix mostra i sintomi più gravi, con l’84% dei vendor che definiscono le aspettative di fatturato “inferiori” o “enormemente inferiori” al previsto, un parere espresso anche da poco più della metà dei fornitori in Europa. Sono quasi cinquecento le aziende americane ed europee che partecipano alla compilazione del rapporto trimestrale Channel Tracker, condotto congiuntamente con il Technology Group di Morgan Stanley Dean Witter. Lo studio prende in esame le attività di distributori, rivenditori, direct marketer e dettaglianti, focalizzandosi sulle problematiche inerenti gli acquisti generici e di beni hardware, tra cui pc, server Unix, stampanti e dispositivi di connettività e storage. L’edizione autunnale include le statistiche fino al 30 settembre. Nel complesso secondo Global Touch il mercato europeo è in miglior stato di salute rispetto a quello americano. Per esempio nel comparto delle memorie di massa a fronte di un 84% di imprese americane in netto calo di fatturato, i colleghi europei confermano al 73% le loro stime di vendita. Anche i server pc sono più stabili in Europa: il 57% degli ordini Usa sono stati annullati o rimandati, contro una percentuale del 18% di analoghi problemi in Europa. Ma anche su questo continente i segnali negativi minacciano di precipitare dopo i fatti dell’11 settembre. Per molte aziende, l’incertezza sul futuro e l’inatteso aumento della spesa in soluzioni di pianificazione, backup e disaster recovery hanno determinato una stretta su tutti gli altri fronti di investimento. E quel che è peggio è l’improbabilità di un “rimbalzo” a brevissimo termine, in tempo per la tradizionale crescita legata all’ultimo trimestre, che quest’anno potrebbe ulteriormente esacerbare la battaglia sui prezzi in un mercato dai margini sempre più sottili.

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