Sempre più attente all’ambiente le Pmi europee

Secondo l’Eurobarometro sono in crescita gli investimenti da parte delle piccole e medie imprese europee nel Green, tanto che oggi un dipendente su tre è “verde”. Ma il processo è frenato da un burocrazia troppo complessa e da costi degli interventi troppo elevati.

I posti di lavoro “verdi” sono
creati essenzialmente nelle Pmi piuttosto che nelle grandi imprese e ad oggi il
37% di queste imprese ha almeno un dipendente “verde” a tempo pieno o
part-time. Lo afferma l’indagine Eurobarometro “SMEs,
resource efficiency and green markets”. Nelle
piccole e medie imprese un lavoratore su otto ha un posto di lavoro
“verde” il che corrisponde a quasi il 13% di tutti i posti di lavoro
nelle piccole e medie imprese. Nelle grandi imprese il dato è di un lavoratore
verde soltanto su 33, pari al 3% dell’occupazione nelle grandi imprese. Si
stima inoltre che i posti di lavoro “verdi” nelle Pmi possano
crescere in modo dinamico a un tasso del 35% nel prossimo biennio.

Inoltre dall’indagine è emerso che il 93%
delle Pmi dell’Unione Europea si adopera per fare un uso più efficiente delle
risorse. Il 64% delle imprese applica forme di risparmio energetico, il 61%
ricicla e il 62% si impegna per ridurre i rifiuti. Il 33% delle piccole e medie
imprese indica invece tra le sue principali priorità il miglioramento
dell’efficienza nell’uso delle risorse.

Le Pmi ritengono che gli incentivi
finanziari siano il modo migliore per aiutarle a diventare più verdi sotto il
profilo del loro funzionamento e dell’offerta di prodotti e servizi e il 51% ritiene
che gli sgravi fiscali, le sovvenzioni e i prestiti siano le migliori misure
politiche per sostenere gli investimenti nell’efficienza energetica.

Anche la consulenza tecnica e la
semplificazione amministrativa sono ritenute estremamente utili per aiutare le piccole
e medie imprese a diventare più verdi. Nel prossimo biennio quattro Pmi su
cinque (80%) intendono attuare interventi per l’efficienza nell’uso delle
risorse, ma una su cinque dichiara che ciò sarebbe più facile se le procedure
amministrative e legali non fossero così complesse o se i costi degli
interventi fossero più bassi.

L’indagine  rivela inoltre
che vi sono altre potenzialità non sfruttate che potrebbero essere usate dalle
Pmi. Ad esempio, meno di un quarto delle piccole e medie imprese sfrutta il
mercato unico per i prodotti o servizi verdi. La burocrazia è ritenuta uno
degli ostacoli: il 20% delle imprese ha dichiarato che sarebbe più facile
effettuare investimenti verdi se le procedure amministrative e legali
transfrontaliere non fossero così complesse.

Le Pmi delle industrie verdi sono
interessate anche da un processo di maturazione. Delle piccole e medie imprese che
vendono prodotti o servizi verdi tre su cinque (61%) sono attive sui mercati
verdi da più di tre anni rispetto al 52% negli Usa. Gli alimenti e le bevande
(25%) e l’elettronica e le macchine e attrezzature meccaniche (23%) sono i
prodotti e servizi verdi maggiormente venduti nell’Ue dalle Pmi.

I mercati “verdi” per le Pmi europee rimangono
essenzialmente quellidomestici. L’87% delle imprese attive nel settore verde (o
nell’economia verde) opera sui mercati nazionali. Poco meno di un quarto delle aziende
dichiara di sfruttare le opportunità offerte dal mercato unico. Mentre si stima
che i paesi Bric produrranno circa il 60% del Pil mondiale entro il 2030,
soltanto il 3% delle imprese si avventura a vendere prodotti o servizi
verdi in Asia e nella regione del Pacifico meridionale e soltanto il 2% in
America latina.

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