Secondo trimestre in rosso per AT&T

Male il consumer e i servizi, colpiti da contratti troppo onerosi e poco profittevoli

Nel secondo trimestre dell’esercizio fiscale in corso, chiuso il 30 giugno, At&t ha registrato un calo del 3% nel fatturato, passato da 13,7 a 13,3 miliardi di dollari, e una perdita netta di 191 milioni di dollari, che fa da netto contraltare all’utile di 1,7 miliardi messo a segno nel pari periodo dell’anno precedente. Questi risultati non includono quelli di At&t Wireless, oggetto di spin off all’inizio di questo mese.
Commentando i risultati, il Ceo della società Michael Armstrong ha sostenuto che sono da attribuire al rallentamento economico generale, alla sostituzione tecnologica in atto e all’uscita da alcuni contratti giudicati non profittevoli.
In particolare, poi, il dito è stato puntato sulle attività nell’area consumer, il cui fatturato ha registrato un calo del 23,7% a 3,9 miliardi di dollari. Invece, la divisione Broadband, per la quale la scorsa settimana Comcast aveva lanciato una Opa ostile, rifiutata dal consiglio di amministrazione della società, ha registrato un incremento del 13,7% a 2,6 miliardi di dollari. Meno bene l’area servizi, a causa della disdetta di alcuni contratti giudicati dall’azienda troppo onerosi e poco profittevoli.
Quanto alle misure di ripresa, l’azienda ha annunciato tagli di 10.000 unità alla sua forza lavoro, che dovrebbe scendere a 43.000 addetti nel giro dei prossimi mesi.

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