Se la locomotiva corre nelle nuvole

Per il cloud europeo non bisogna convincere la Germania, ma aiuta.

Neelie Kroes, che è vicepresidente della Commissione europea e che ha la delega sull’Agenda digitale, in settimana ha spiegato a Bruxelles, ancora una volta, che il cloud va fatto, in Europa e che deve essere un mercato unico in un più grande mercato, mondiale.
Ossia deve fare della condivisione delle regole la norma.

Superficialmente possono sembrare banalità, ma non lo sono.
Intanto per il momento in cui sono state ribadite.
Fare una cosa europea, integrata, in questi giorni, non è così scontata.

Sarà per questo che per sottolineare il valore intrinseco del cloud Kroes ha declinato l’esempio in casa del più forte: la Germania.
La commissaria, quasi adeguandosi alle procedure che si seguono in altre stanze, ha voluto citare i benefici stimati per l’economia europea trainante: 200 miliardi di euro di benefici in 5 anni e 800mila posti di lavoro.
Il senso dell’esempio è che il cloud fa bene anche a chi è in salute e può ancor meglio trainare le economie indotte.

Comunque bisogna impegnarsi e tanto, non solo con i tedeschi, ma nel complesso dei Ventisette.
Innanzitutto chiarendo fino alla noia che il cloud non è una cosa sola ma tre (e per Kroes la gente non lo ha ancora capito): infrastruttura, piattaforma e applicazione.
Poi, vedendolo come un ambito già predisposto per il mercato unico digitale.

Bando alle miopie nazionaliste, insomma: sarebbero limiti come minimo antistorici.
E quindi le regole.
Innanzitutto le stesse per chi consuma e chi produce, e poi condivise, omogenee, se non proprio uniche, a livello dei 27.

Il che significa abbattimento delle barriere nazionali nei principi di regolamentazione. Anzi, dell’iper regolamentazione, che è proprio il primo muro da abbattere se si vuole arrivare alla competitività del mercato che piace ai succitati tedeschi.

Sicurezza, portabilità, accesso ai dati sono conseguenze di una impostazione unitaria al cloud alla quale sono chiamati governi, autorità e carrier.

È per questo che, interpretando Kroes, possiamo dire che il contratto del cloud è anche un contratto con l’Europa. Da fare.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome