Se il video si diffonde

Se ne parla da anni, ma adesso sembra venuto il momento della diffusione del video sulla rete. Non solo videocomunicazione, più o meno professionale, ma anche download e scambio di video, come testimonia il successo di YouTube, il portale che consente …

Se ne parla da anni, ma adesso sembra venuto il momento della diffusione del video sulla rete. Non solo videocomunicazione, più o meno professionale, ma anche download e scambio di video, come testimonia il successo di YouTube, il portale che consente a chiunque di pubblicare su Internet filmati prodotti artigianalmente, per renderli fruibili all’intera comunità mondiale del Web. Altra applicazione che sta convergendo nelle piattaforme di networking Ip è la videosorveglianza: se finora sono stati utilizzati sistemi analogici separati dalle altre infrastrutture, oggi esistono proposte che, analogamente a quanto avviene per la telefonia, includono questa applicazione fra quelle che poggiano sulla rete convergente. Qual è l’impatto del video sulle infrastrutture? Notevole, soprattutto in termini di consumo di banda trasmissiva, se si considera che uno stream video utilizza lo spazio equivalente a 50-100 chiamate vocali. Un utilizzo massiccio potrebbe quindi compromettere la qualità di tutti gli altri servizi. Se la rete è dimensionata per supportare, supponiamo, 100 o 200 chiamate vocali, basterebbero tre persone che guardano contemporaneamente filmati di YouTube per avere una scarsa qualità della voce. È un aspetto che va preso in considerazione, implementando tecniche per assegnare priorità al traffico o dispositivi in grado di filtrare i flussi in base al contenuto, in modo da garantire banda alle applicazioni più importanti per il business. Forse oggi è ancora presto per preoccuparsene, ma nel mondo Internet i cambiamenti possono essere rapidissimi.

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