Sco sospende le attività nel mondo Linux e stringe i rapporti con Microsoft

Oltre al nome, l’azienda californiana sembra voler recuperare anche il business originario. Dunque, gli sviluppi open source escono per ora dal focus della società, intenzionata a riconcentrarsi su Unix. La casa di Redmond ottiene in licenza l’uso del sistema operativo di Sco.

 


Sco Group ha deciso di uscire allo scoperto. Dopo aver ritrovato il proprio nome, a svantaggio del precedente Caldera, ora l’azienda ha bloccato le proprie attività sul fronte Linux, ivi compreso il supporto a UnitedLinux, per riconcentrarsi sull’originario core business Unix. E non è tutto. La società di Santa Cruz ha anche avvertito gli utilizzatori Linux dicendo che potranno essere ritenuti responsabili delle conseguenze di tale impiego. Recentemente, Sco aveva aperto una disputa legale da un miliardo di dollari contro Ibm, accusata di aver violato i suoi diritti di proprietà intellettuale in relazione al controllo della tecnologia Unix da parte della stessa Sco, Il cerchio, poi, pare essersi chiuso con la successiva decisione di cedere in licenza brevetto e codice sorgente del proprio Unix a Microsoft, lasciando pensare che proprio la casa di Bill Gates possa aver diretto queste operazioni, per portare un po’ di scompiglio nel mercato Linux, che si sta facendo per lei sempre più minaccioso.


Il ritiro di Sco dalla scena open source significa che d’ora in poi l’azienda si concentrerà su Unix. L’azienda, infatti, ha sospeso la vendita della propria versione del sistema operativo open source e ha chiuso il laboratorio di ricerca e sviluppo, azzerando al contempo le risorse di marketing, promozione e finanziamento allocate su UnitedLinux, il consorzio avviato con Conectiva, SuSe e Turbolinux, che ha già prodotto un primo kernel comune e avrebbe dovuto portare un po’ di razionalizzazione sul mercato. SuSe, peraltro, ha fatto sapere di voler continuare a onorare gli impegni assunti verso UnitedLinux, e anche chi non fa parte del consorzio, come MandrakeSoft e Red Hat, sostengono di non essere stati allertati da Sco e di non temere ripercussioni sulla propria attività.


Secondo fonti interne, appena l’1% del fatturato Sco nel secondo quarto sarebbe ascrivibile a Linux, anche se questo non appare il motivo fondamentale per cui è stato deciso di abbandonarlo. Sco ritiene di poter meglio salvaguardare i propri clienti cessando la commercializzazione di Linux, peraltro perseguendo legalmente chi, nell’ambito Linux, utilizza i diritti che Sco vanta su Unix. Il costruttore continuerà, comunque, a fornire assistenza tecnica agli attuali utenti di Sco Linux e Caldera OpenLinux.


A breve distanza da questa decisione, Microsoft ha comunicato di voler procedere all’acquisizione dei diritti relativi alla tecnologia Unix di Sco. L’azienda di Bill Gates entrerà così in possesso del brevetto e del codice sorgente Unix, guardacaso oggetto proprio della disputa legale da un miliardo di dollari fra Sco e Ibm. Big Blue, che sta spingendo decisamente su Linux come alternativa a Windows per le infrastrutture It corporate, è stata infatti citata in giudizio dallo sviluppatore Linux dello Utah con l’accusa di averne utilizzato illegalmente segreti commerciali per implementare i propri prodotti Unix.


Attualmente Microsoft detiene il monopolio dei sistemi operativi, con una quota di mercato maggiore del 90 %, ma Linux rappresenta il principale concorrente nel settore dei server corporate. I responsabili di Microsoft descrivono dunque l’ultima iniziativa come un passo obbligato per rispettare la proprietà intellettuale e il salutare scambio di Ip della comunità It attraverso il canale delle licenze, assicurando l’interoperabilità fra le soluzioni di casa e quelle Unix.

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