Sba: Mise, riduzione oneri amministrativi e cogenza del ‘think small first’

a cura di Euroreporter.eu

Le associazioni di categoria italiane hanno chiesto, in una lettera aperta indirizzata ai candidati al Parlamento europeo, di rendere cogente lo Small Buisness Act, il pacchetto di proposte politiche finalizzate ad assistere le PMI a livello comunitario.

Antonello Lapalorcia, Dirigente dell’ufficio per le politiche industriali comunitarie presso il Ministero dello Sviluppo Economico spiega in un’intervista perché in Europa non si sia scelto originariamente di rendere lo Sba cogente e la strategia adottata dal governo italiano per far fronte a una delle più importanti sfide poste dallo Sba: la riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese.

Perché è importante lo Small business act?

Lo Small Business Act mette al centro della politica le PMI con il principio Think Small First, spiegando che esso va interpretato correttamente, nel senso che le leggi si fanno per i molti (le PMI) e si adattano per le eccezioni (le grandi). In questo senso lo Sba sancisce il principio del “pensare prima di tutto in piccolo”: le leggi si fanno per i piccoli e le regole speciali per le aziende di grandi dimensioni. Per dirla con un paradosso, se lo slogan fosse nato in Italia, un paese dove su circa 60 milioni di abitanti abbiamo 6 milioni di imprenditori, una proporzione di 1 ogni 10, non sarebbe stato “Think small first”, ma “Think small” punto.

Lo Small business Act prevede la riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese. Come si sta muovendo l’Italia su questo piano?
In Europa stanno facendo molto per ridurre gli oneri amministrativi a carico delle imprese. Credo sia sbagliato parlare di oneri amministrativi inutili, si dà l’impressione che lo stato si diverta a porre ostacoli all’imprenditoria. Le procedure ci sono perché servono e perché necessarie, ma non devono ridursi a degli ostacoli. L’Italia ha un approccio diverso: non si punta a ridurre poco alla volta il carico, ma a spostare il tutto ad una fase successiva. Le lungaggini amministrative del passato sono state sostituite da un meccanismo che permette, attraverso l’invio di una mail, di aprire l’impresa.  L’impresa si fa in un giorno, le procedure amministrative non sono state eliminate, ma posticipate.

Le associazioni di categoria hanno chiesto in una lettera aperta al Parlamento europeo di rendere lo Sba cogente. Perché non si è deciso in questo senso? Quali sono i pro e i contro della proposta?
Lo Sba è nato nel giugno 2008, a pochi mesi di distanza, tra settembre e ottobre dello stesso anno, è arrivata la crisi economica: noi non dobbiamo scegliere tra Sba e crisi. La terza via è invece rendersi conto che gli obiettivi di lungo e medio periodo devono restare un faro per guardare al futuro mentre ci preoccupiamo della crisi. Le associazioni che operano a livello europeo fanno bene a chiedere che la politica a favore delle Pmi diventi cogente, fa parte del loro mestiere. Ma se la Commissione europea, invece di pubblicare una comunicazione, avesse proposto un regolamento probabilmente staremmo ancora discutendo. Il processo legislativo europeo può essere molto lento ed inefficace, se i tempi non sono maturi. Non spetta a me giudicare le scelte dell’esecutivo comunitario, ma penso che una proposta di SBA cogente presentata a giugno del 2008 dalla Commissione europea sarebbe oggi ancora al vaglio del legislatore comunitario (Consiglio e Parlamento Europeo). Viceversa il testo attuale rappresenta un impegno politico forte che può dare risultati già in breve tempo.


E’ uno sviluppo possibile per lo Sba?

Non lo escludo, ma non mi sembra un fatto di cui preoccuparci ora. Se lo SBA funziona, presto avremo in Europa tante leggi “fatte per le PMI”.

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