Sas crede nel Bpm come spinta al corporate governance

Integrare e gestire i processi, tenendo conto delle specifiche esigenze dei diversi mercati. Con questa filosofia, il vendor americano intende supportare il business, puntando su soluzioni ripensate in ottica Sas 9 e facendo leva su organizzazione e know how.

Mercato in fermento, attenzione alle priorità di business, investimenti mirati agli specifici settori di attività. La Business intelligence fa sicuramente leva sulle applicazioni verticali per continuare a essere determinate, in un periodo in cui, a detta di Luisa Bordoni, vice president world wide vertical markets di Idc, il suo è ancora un ruolo chiave per il successo dell’Information technology.


Data warehouse e Bi si posizionano, infatti, al top delle spese tecnologiche delle aziende utenti, ma per migliorare il business management è necessaria una maggiore sensibilità nei confronti delle esigenze dei diversi comparti (dal banking al government, dal retail all’education).


E Sas Institute non si fa attendere, dichiarando, per voce del Ceo, Jim Goodnight, di investire il 26% del fatturato in R&D e di porre il Bpm (Business performance management) al centro delle proprie soluzioni.


Sicuramente il recente lancio della piattaforma Sas 9, e dei numerosi strumenti a corollario, facilita il compito della casa di Cary, che conia una formula basata su due pilastri: organizzazione (fatta di strategia ed execution-on-time) e persone (fiducia nelle azioni dei singoli) che, come emerso dalle parole del managing director danese Mogens Weinreich, "consentono di far crescere le performance dall’interno di ogni impresa".


I task giornalieri, fatti di produzione, magazzino, vendite e amministrazione, trovano una prima risposta negli Erp ma, per Art Cooke, presidente di Sas, "non possono rimanere slegati dalla Business intelligence, dall’Etl, dallo storage e dall’analytic intelligence. Vale a dire Sas 9, Enterprise intelligence platform che si pone l’obiettivo di abilitare l’indirizzo delle aziende e di unificare i processi, sottolineando l’importanza delle Business solution dimension. L’obiettivo è di ottenere un approccio totale al Bpm, identificando i processi critici, monitorandoli e guidandoli attraverso la value chain", ponendo al centro le expertise per industry e dando risalto all’analisi predittiva per ottimizzare le soluzioni. E per il futuro si parla di una piattaforma proattiva. Di certo, la strategia per l’intelligence intende affrontare i temi del database query e del reporting, il datawarehouse e l’Enterprise resource planning.

L’intelligenza al servizio del cliente


Per estrapolare i dati, analizzarli, fare previsioni e simulazioni, nonché distribuire le informazioni ottenute a tutti i livelli aziendali, Sas prosegue nella strada della Business solution dimension, verticalizzata in industry solutions, specifiche per particolari mercati e caratterizzate da un’architettura espandibile. Il tutto, nell’ottica di "crescere in innovation", ha indicato Goodnight, e di dare risalto ai key performance indicator.


"Il senso – ha specificato il presidente della società – è di superare la confusione che si è creata tra gli acronimi e di ridurre il rischio lungo l’intera value chain, abilitando le mosse dei nostri clienti". E nel progetto rientrano i nuovi moduli Spm (Strategic Performance Management) e Fms (Financial Management System), ripensati proprio nell’ottica della gestione delle performance tipica di Sas 9, in quanto, come dichiarato da Walter Lanzani, direttore marketing per l’Italia, "intendiamo essere presenti nel novero degli attori che recitano una parte sulla scena del Bpm".


Le due soluzioni seguono a breve distanza il lancio di Marketing Automation (Ma) e anticipano di pochi mesi (il completamento è atteso per l’inizio del 2005) quello di altri componenti, vale a dire gli aspetti di human capital management, risk management, supply chain e It service management.


Si parla di soluzioni dipartimentali in grado di condividere il medesimo strato di metadati e, come indicato da Lanzani, "di una dimensione ortogonale con la declinazione per settori". Sempre partendo dal data model e rivolgendosi a un target di aziende medio-grandi e alla Pa, anche se, ormai, le realtà più piccole non sono più un miraggio.


Il filo conduttore, ha indicato Thomas Emmerich, strategy in Southern European region, "è quello di seguire una strategia comune per i diversi paesi, pur differenziando i mercati, approfondendo i modelli necessari e puntando sulla verticalizzazione. Gli investimenti devono essere redistribuiti nel paese di competenza", che, nel caso dell’Italia (per Sas, il quarto mercato in Europa dopo Uk, Francia e Germania), vede in posizione di rilievo l’area banking, telecomunicazioni, Pubblica amministrazione, manufacturing e retail.

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