Sarà adottata una convenzione europea sulla cybercriminalità

I delegati dei ministri del Consiglio Europeo hanno approvato il progetto di convenzione alla convention sulla cybercriminalità. Tale progetto è destinato a diventare il primo documento internazionale normativo in quest’ambito. Il testo sarà ufficialmente adottato l’8 novembre prossimo

Gli ambasciatori dei 43 stati membri del Consiglio Europeo hanno approvato
i progetti di convenzione sulla cybercriminalità che dovranno diventare il primo
documento di norme internazionale per Internet. Il testo che avalla l’insieme
parlamentare del Consiglio Europeo sarà ufficialmente adottato dai Ministeri
degli affari Affari Esteri dei 43 Paesi l’8 novembre Strasburgo. Il documento
sarà aperto alla firma degli Stati membrii nel corso di una cerimonia ufficiale
che si terrò a fine novembre a Budapest. Gli Stati Uniti, Il Giappone e il
Canada, che non sono stati membri del Consiglio Europeo potranno beneficiare
dell’osservatorio dell’organizzazione e saranno comunque inviatati a firmare e
ratificare questo testo.La Convenzione entrerà in vigore in cinque Stati, di cui
almeno tre del Consiglio Europeo, saranno ratificati. Il testo, che ha suscitato
almeno 27 versioni in quattro anni di elaborazione, vede l’adozione di una
politica comune destinata a proteggere le società dal cybercrimine, attraverso
l’adozione di una legislazione appropriata e la stimolazione della cooperazione
internazionale. Gli Stati potranno perseguire penalmente un certo numero di
infrazioni relative all’uso della Rete come gli accessi illegali, la
falsificazione dei dati, la diffusione dei virus o gli attentati alla proprietà
intellettuale, ma anche per quanto riguarda i contenuti quando si tratta di
pornografia infantile. Il testo fissa anche delle regole per i fornitori
d’accesso per la conservazione e lo stoccaggio dei dati, al fine di permettere
un eventuale controllo da parte delle autorità competenti, delle operazioni e
dei messaggi informatici suscettibili di costituire dei reati. In risposta alle
critiche emesse in questi ultimi mesi dall’Unione Europea e dagli organismi di
difesa di Internet, l’articolo 15 del testo è stato modificato e prevede, d’ora
in avanti che gli Stati firmatari debbano assicurare che la loro legislazione
nazionale rispetti le disposizioni del consiglio Europeo in materia di difesa
della privacy, anche quelle delle Nazioni Unite e di altri organismi
internazionali di difesa dei diritti umani. Gli stati dovranno sottoporre la
loro legislazione al controllo giudiziario indipendente. I redattori sono
tuttavia sempre stati sordi agli appelli dei fornitori d’accesso a Internet che
chiedevano un ammorbidimento della misura degli obblighi di stoccaggio di almeno
60 giorni dei dati che potrebbero servire alle inchieste.

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