Sap fa il punto sull’ecosistema

Ci sono 2.500 consulenti per diffondere l’idea di Esa, Enterprise Services Architecture. E ci sono anche gli utenti.

Sap ha fatto il punto al proprio TechEd di Vienna sull’Esa (Enterprise Services Architecture), ovvero il proprio ecosistema per la costruzione di processi di business con applicazioni di varia natura. Base operativa di Esa, idea lanciata ormai due anni or sono, sono i servizi Web e la piattaforma NetWeaver, il middleware Sap per connettere infrastrutture tecnologiche esistenti.


Principio fondante di Esa, infatti, secondo Sap è quello di far evolvere le infrastrutture informatiche attualmente utilizzate nelle aziende senza modificarle alla base e senza metterle fuori produzione, ma adattandole alle nuove esigenze di funzionamento aziendale, che, ovviamente, prevedono l’utilizzo di Internet.


E se per alcuni questo poteva essere tradotto in un “approccio Lego” alla infrastruttura informativa, il responsabile dei prodotti della casa tedesca, Shai Agassi, ha sostenuto che invece si tratta di costruire un architrave di funzionamento aziendale che consenta anche ad altri (ovvero le terze parti) di poggiarvisi per le proprie operazioni.


Al momento attuale l’iniziativa Esa può contare su 2.500 consulenti al mondo attivi sulla realizzazione di road map di evoluzione dell’It degli utenti.


Utenti che ci sono, peraltro.
La casa tedesca ha presentato i nomi di due realtà che hanno mappato la propria infrastruttura tecnologica su Esa: Trw Airbag Systems (società del comparto automotive) e Veka (azienda globale di profilati per finestre).


Agassi si attende che entro la fine dell’anno in corso un terzo dei propri clienti sia diventato utilizzatore di NetWeaver e, quindi, si metta nelle condizioni di applicare l’architettura Esa.

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