Sanità intelligente

Regione Umbria utilizza sistemi di Bi per controllo spesa sanitaria e qualità dei servizi

Le regioni sono gli enti territoriali deputati alla gestione locale della sanità pubblica.
La Regione Umbria ha una popolazione di circa 859.000 abitanti e gestisce gli 11.500 dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale di quell’area.

L’esigenza di razionalizzare tutta l’infrastruttura di supporto al sistema di intelligenza distribuita nasce dall’urgenza di ottimizzare la capacità di previsione e controllo dei costi dei ricoveri ospedalieri, delle prestazioni specialistiche e della farmaceutica convenzionata.

«Il progetto – esordisce Paolo di Loreto, responsabile Servizio di Programmazione Economico-finanziaria della Regione Umbria – prevede la creazione di un sistema integrato delle procedure gestionali con il sistema direzionale».

L’ente utilizza il data warehouse di Sas da oltre 20 anni per le attività di monitoring e, in questa nuova iniziativa, è stato naturale utilizzare anche il modulo dedicato alla gestione delle risorse umane (Hcr) in aggiunta a quelli specificamente pensati per creare cubi Olap (multidimensionali) di analisi integrata dei consumi farmaceutici, ospedalieri e specialistici.

Il progetto, avviato nel 2003, è in continua evoluzione e ha visto coinvolta una dozzina di persone di Regione Umbria, oltre a una trentina di operatori impiegati nei diversi presidi.

«Oggi – prosegue di Loreto – possiamo permetterci di monitorare, ad esempio, la spesa farmaceutica convenzionata, per capire se ci sono spostamenti tra consumi che avvengono all’interno dell’ospedale e dopo la dimissione. Tutte queste informazioni, che prima erano isolate, vengono oggi ricondotte a un unico sistema integrato».

L’evoluzione del progetto di data warehousing ha seguito quella organizzativa, spiega il manager e, in particolare, la creazione di sistemi di monitoraggio nell’ambito dei diversi presidi ospedalieri, dei distretti (ovvero le articolazioni delle Ussl all’interno delle quali vengono erogate le prestazioni territoriali quali vaccinazioni o, assistenza psicologica e che, in genere, coprono circa 50/100.000 abitanti), per arrivare fino alla singola azienda sanitaria.

«In particolare – sottolinea di Loreto – si è privilegiata l’evoluzione verso la maggiore integrazione tra servizi ospedalieri e servizi sul territorio, in particolare quelli erogati dai circa 1.000 medici di base. Negli ultimi mesi abbiamo anche provveduto ad arricchire gli archivi che attengono all’area territoriale. In particolare, sono stati introdotti sistemi di classificazione dei pazienti che consentono di valutare la qualità della prestazione erogata e la sua coerenza con i costi di produzione».

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