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Router per accedere la banda larga, libero è meglio

Per l’Unione Europea l’utente ha il diritto di decidere autonomamente quale router impiegare per allacciarsi alla banda larga. In realtà i consumatori sono obbligati ad impiegare il router imposto dall’operatore. I clienti, che per poter utilizzare il dispositivo di propria scelta necessitano solo dei dati di accesso al servizio sotto forma di nome utente e password, spesso non ricevono tali informazioni sul router utilizzato.

Però in Germania da agosto 2016 gli utenti scelgono liberamente quale apparecchio utilizzare con la propria linea Internet. La normativa indica chiaramente che la rete pubblica per le telecomunicazioni termina al punto di raccordo passivo alla rete, quindi alla presa nella parete. Quindi gli operatori tedeschi non possono più affermare che il router sia parte integrante della propria rete.

Dal 2013 l’Associazione dei fabbricanti di terminali di telecomunicazione (VTKE, Verbund der Telekommunikations-Endgerätehersteller) si sta impegnando a garantire in linea generale il successo della liberalizzazione del mercato della telecomunicazione, e in particolare il ripristino della libertà di scelta delle apparecchiature terminali.

La cessazione dell’imposizione è stata accolta positivamente da numerose associazioni dei consumatori e dall’alleanza tra produttori di terminali per le telecomunicazioni (VTKE). Per Simon Kissel, fondatore e CEO di Viprinet, azienda produttrice di router e membro della VTKE, «Da un anno i consumatori tedeschi decidono autonomamente se il router standard fornito dal provider li soddisfa o se acquistare un terminale disponibile in commercio, che risponda meglio alle loro esigenze. Il caos temuto dai provider non si è verificato».

I vantaggi della libera scelta del router

Per VTKE i vantaggi della libera scelta sono chiari. Gli utenti possono incrementare le prestazioni e avvalersi di una maggior versatilità nella propria rete domestica impiegando un router premium in luogo del dispositivo fornito dall’operatore.

Se infatti per legge il router non è più parte integrante della rete pubblica, tutti i dati permangono nella rete privata, consentendo una maggior tutela della privacy dell’utente.

In caso di vulnerabilità, l’utente non deve più attendere che si attivi il provider. Il consumatore può risolvere il problema autonomamente effettuando personalmente l’aggiornamento del firmware del router o richiedendo, qualora necessario, la sostituzione del dispositivo.

Anche cambiare operatore risulta più semplice, dato che il vecchio dispositivo può essere impiegato senza soluzione di continuità, poiché decade la necessità di procurarsi un nuovo dispositivo da riconfigurare ex-novo.

Oltretutto, per Christian Auerswald, ad di Auerswald GmbH e membro della VTKE, «Una concorrenza aperta per assicurarsi il favore del consumatore porta obbligatoriamente anche alla produzione di dispositivi più performanti e innovativi».

Il cosiddetto «ISP Lock», ossia l’imposizione del router, limita importanti evoluzioni e tendenze sotto molti punti di vista. Il mercato dei dispositivi mobili, dove da sempre regna la libera scelta del dispositivo, mostra quanto rapidi e rivoluzionari possano essere gli sviluppi. Una evoluzione che consente oggi agli utenti di svolgere moltissime attività con i propri smartphone, che nulla hanno a che vedere con la classica telefonia. Senza uno sviluppo libero dai vincoli dell’imposizione del dispositivo, gli smartphone oggi sarebbero di gran lunga meno potenti di quanto lo siano diventati.

I tedeschi possono dunque scegliere da ormai un anno il dispositivo che più corrisponde alle loro esigenze con linee DSL, via cavo o fibra ottica. E non si registrano scenari apocalittici di hotline e servizi di assistenza tecnica sovraccarichi, perchè gli utenti non riescono ad installare il router acquistato, né di collasso della rete dovuto all’uso di dispositivi di terzi. Tuttavia in Italia e in altri Paesi europei, l’imposizione del router continua a essere la prassi. L’unico modo in cui gli utenti possono impiegare il router che desiderano è collegandolo al terminale fornito dall’operatore. Una modalità d’uso costosa e che e va a discapito dell’ambiente: si paga due volte, sia per l’acquisto dei dispositivi, sia per la corrente.

 

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